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SICUREZZA ALIMENTARE: ARRIVA UNA NUOVA TASSA GENERALIZZATA PER I CONTROLLI SANITARI. IL NO DI CONFAGRICOLTURA

“Non è con un’ulteriore tassa sull’agricoltura che si risolve il problema della sicurezza alimentare”. Lo denuncia Confagricoltura sull’introduzione di un nuovo tributo a carico delle aziende agricole per finanziarie i controlli sanitari.
Confagricoltura spiega come il decreto legislativo 194/2008 - nell’ottica di recepire il regolamento comunitario 882/04/CE - di fatto introduca nella legislazione italiana una nuova tassa per gli operatori agricoli, per finanziare il sistema dei controlli ufficiali, eseguiti dalle autorità competenti per la verifica della conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali.
Confagricoltura ricorda, in merito ai controlli, che la sicurezza alimentare in Europa è basata soprattutto sul sistema di autocontrollo aziendale. Circa l’80% delle segnalazioni di pericolo che attivano le procedure di sicurezza alimentare (Rasff-Rapid allert system food and feed) provengono dalle stesse aziende e non dai controlli ufficiali.
Confagricoltura fa presente poi che, il decreto legislativo 194/08, non ha recepito alcune indicazioni del regolamento 882/04, che avrebbero consentito una notevole attenuazione delle tasse a carico delle aziende agricole. Ci si riferisce ad esempio al fatto che gli oneri non sono stati commisurati al reale pericolo alimentare ed alla capacità produttiva, né sono stati presi in considerazione i sistemi di autocontrollo e di tracciabilità aziendali. Criteri, fortemente voluti da Confagricoltura nel dibattito europeo, che avrebbero dovuto premiare le scelte aziendali indirizzate verso la qualità.
“In pratica - denuncia Confagricoltura - avviene che anche le aziende virtuose e impegnate nella produzione di alimenti di qualità e quelle di piccole dimensioni sono tenute a pagare ugualmente cifre che, per i loro bilanci, sono esorbitanti”.
Confagricoltura sollecita le amministrazioni competenti ad un chiarimento urgente, dal momento che molte Asl, come soggetti incaricati a svolgere i controlli, hanno già avviato le procedure di riscossione. L’organizzazione degli imprenditori agricoli invita Regioni - avvalendosi delle loro competenze in materia, previste anche nel decreto- ad intervenire per attenuare gli impatti fortemente negativi ed onerosi del provvedimento.

La curiosità - Servizi veterinari: tassa di 400 euro sul miele. La Fai interviene sul Ministero della Salute
“Per pagare 400 euro ogni apicoltore deve produrre oltre 100 chili di miele: questa è la tassa che alcune Asl stanno ingiungendo ai produttori, interpretando impropriamente il decreto legislativo 194/2008 entrato in vigore il 12 dicembre 2008”. Lo rimarca la Fai - Federazione Apicoltori Italiani sulla norma che recepisce e applica, in Italia, il Regolamento comunitario 882/2004, che stabilisce modalità di finanziamento dei controlli sanitari ufficiali da parte delle Autorità.
Marche, Campania e Sicilia sono le prime regioni ad essersi mosse in questa direzione, generando scompiglio tra gli operatori del settore - già gravato dai ben noti problemi sulla morìa delle api - che ora minacciano di chiudere l’attività se dovessero far fronte anche a questo ulteriore balzello. Nel decreto, peraltro, non si evidenziano elementi sufficienti ad affermare che la tassazione annua debba essere applicata alla “Produzione primaria”, condizione nella quale opera la quasi totalità degli apicoltori.
Il presidente della Fai - Federazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone, ha chiesto al ministero della Salute di chiarire la questione riportando i Servizi Veterinari delle Asl ad una interpretazione uniforme su tutto il territorio nazionale ed escludendo gli apicoltori da tale adempimento che ha il chiaro carattere dell’iniquità.
Fonte: Fai - Federazione Apicoltori Italiani, www.federapi.biz  

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