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SICUREZZA SUL CIBO, IL 74% DEGLI ITALIANI SI FIDA. FEDERALIMENTARE: SOLO IL 4% HA CAMBIATO ABITUDINI ALIMENTARI DOPO I RECENTI ALLARMI CHE HANNO TOCCATO IL SETTORE

Gli allarmi, anche dall'estero, sulla sicurezza che hanno toccato il settore alimentare nazionale, hanno suscitato preoccupazione tra i consumatori, ma non hanno intaccato la fiducia degli italiani su ciò che arriva in tavola. Infatti oltre il 70% si fida del cibo. Una indagine su un campione di 1.000 persone, commissionata da Federalimentare ad Astra Ricerche, presentato a Parma all'Assemblea della Federazione a Cibus 2006, dimostra che la sensibilità nei confronti di ciò che arriva nel nostro piatto è inevitabilmente cresciuta, arrivando a toccare il 55% dei nostri connazionali.
Ma, per fortuna, gli italiani hanno reagito in modo maturo. Solo il 4%, infatti, ha cambiato stabilmente alcune delle proprie abitudini alimentari, mentre il 39% non ha fatto nulla e il 67% ha avuto reazioni solo temporanee, cambiando abitudini per un po' di tempo ma poi tornando, prestissimo, a comportarsi come sempre. Il 74% dei nostri connazionali oggi dichiara di avere molta o abbastanza fiducia nei confronti del grado di sicurezza di ciò che porta in tavola. Sui risultati del Monitor Doxa-Federalimentare del 2004, si è registrato un arretramento di appena 4% punti percentuali, una quota che appare, secondo gli estensori dell'indagine, fisiologica in considerazione del mutato contesto di allarme.
E se il 46% degli italiani si dichiara "abbastanza" fiducioso esiste uno zoccolo duro del 28% (quasi 14 milioni di persone, soprattutto giovani uomini ma anche 45-54enni, studenti, lavoratori autonomi e salariati, residenti nel nord est) che si sente totalmente fiducioso. Ma gli italiani di chi si fidano? Il 72% degli intervistati si sente rassicurato dai controlli pubblici (Nas, Asl, Stato, regioni, Comuni), il 60% dall'autocontrollo dei produttori o dalle garanzie offerte dalle grandi marche, il 57% della distribuzione (iper e supermercati, ma anche il negoziante di fiducia) e il 52% delle associazioni dei consumatori.

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