“Nessun potere, un po’ di sapere, un po’ di saggezza e più sapore possibile” è la ricetta per il futuro proposta da Carlo Petrini a Slow Food, il movimento divenuto paladino nel mondo a difesa della biodiversità enoalimentare “dall’attacco delle multinazionali” e nella rivendicazione del “piacere del cibo”. Cambierà così anche la filosofia operativa: dalla difesa si passerà al contrattacco culturale, ma sempre in linea con i principi di “Slow Life”, cioè di vita lenta, che lo hanno contraddistinto sin dalla sua nascita sedici anni fa. Al congresso di Riva del Garda, in Trentino, Carlin Petrini, il guru-presidente del movimento, che conta 70.000 soci in 50 paesi, ha così annunciato la nascita della prima Università mondiale di scienze gastronomiche al
mondo.
Grazie alla collaborazione con le Regioni Emilia Romagna e Piemonte, dal 2004, avrà due sedi: a Colorno (Parma) e Pollenzo (Cuneo). “Per troppo tempo la gastronomia è stata relegata in ambito folcloristico, ma oggi non è più così. La sua difesa e valorizzazione non è solo un fatto culturale, ma di vita. Le multinazionali dopo aver depauperato l’agricolturà - ha detto Petrini - adesso ci stanno assuefacendo a gusti ed aromi naturali costruiti in laboratorio, che oramai hanno condizionato i nostri bambini”. Qui Petrini ha lanciato una frecciata polemica anche ai vertici dello Stato, ricordando che nella lista dei cavalieri del lavoro di quest’anno vi sono, per il settore agroalimentare, il presidente di una nota catena di hamburger e un altrettanto famoso produttore di polli. “Io mi domando - ha chiesto Petrini - chi gli passa le carte a Ciampi: il primo ha il merito di aver aperto 280 locali in franchising in Italia e di aver lanciato il nuovo pollo che ha un petto grande il doppio rispetto agli altri; il secondo speriamo utilizzi polli autoctoni. Ma quando sarà possibile vedere premiato una volta anche un contadino che ha difeso per tutta la sua vita la biodiversità - si è chiesto - o ancora un contadino che ha lottato con gli altri soci della cooperativa sempre a difesa della diversità di produzione?”.
L’azione propositiva di “Slow Food” prevede inoltre la nascita di un’università di agronomia e zootecnia ecosostenibile, che sarà operativa dal 2005. “Abbiamo un patrimonio di 200 scienziati nel mondo, di grandissime Università Usa e di realtà minori ma altrettanto importanti proprio per la biodiversità, quali Il Cairo, Nuova Dehli, Città del Messico - ha detto Petrini - da coinvolgere nella nostra capacità di creare per la difesa delle biodiversità. Noi non rifiutiamo la sperimentazione del transgenico ma chiediamo cautele. Oggi nessuno garantisce una visione che va più in là dei 3-4 anni nel tema della contaminazione dei campi. La lobby degli industriali è più forte di noi - ha ammesso Petrini - per questo dobbiamo avere alle spalle qualcuno che ci tuteli scientificamente”.
Un ultimo accenno è stato riservato alla Fao. Petrini ha ricordato che anche la massima organizzazione mondiale che lotta contro la fame ora sta modificando il proprio atteggiamento filosofico. “Dopo aver combattuto per contrastare la fame oggi si parla di piacere alimentare. Per questo è nata la collaborazione con Slow Food. E’ inutile - ha detto - pensare di far mangiare la manioca nella zona amazzonica quando Fesoada brasiliana è di una piacevolezza stratosferica”. Come dire,insomma, cerchiamo di dare il giusto cibo alle popolazioni,evitando anche in questo settore una globalizzazione selvaggia. Il ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno ha sottolineato “il valore dell’azione di Slow food per garantire l’informazione e la libertà di scelta alimentare per chiunque, anche a chi mangia un semplice panino al bar”.
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