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SOLO IL 5% DEGLI ITALIANI SA COSA SONO, IL 42% CREDE CHE SI COLTIVINO IN ITALIA, IL 63% PENSA SIANO NEI PRODOTTI IN VENDITA, IL 55% VUOLE LA RICERCA E IL 52% LI COMPREREBBE: SONO GLI OGM, SNOBBATI DAI MEDIA (61 NOTIZIE IN 2 ANNI) PER UN’INDAGINE ISPO

Quasi 7 italiani su 10 dichiarano di conoscere gli Ogm, organismi geneticamente modificati, ma in realtà solo il 5% della popolazione sa veramente di che cosa si tratta. Una larga fetta dei cittadini non sa spiegare l’acronimo, altri pensano che solo le piante Ogm contengano geni, il 42% crede che in Italia siano coltivati e il 63% pensa che non ve ne siano tracce nei prodotti in vendita. Fra le cause il fatto che il tema degli Ogm non è trattato dall’informazione televisiva e radiofonica (solo 61 notizie, ossia lo 0,02%, su 370.000 notizie trasmesse dalle 7 reti televisive e dalle 15 emittenti radiofoniche nazionali tra il 2011 e il 25 settembre 2012), l’informazione ha dato più spazio ai “contrari agli Ogm”, 64% contro il 36%. È quanto emerge dalla ricerca “Informazione, ricerca scientifica e propensione all’acquisto”, realizzata dall’istituto Ispo e presentata oggi a Roma dal presidente dell’Istituto, Renato Mannheimer, e dal vicepresidente di Futuragra (associazione agricoltori pro-biotech), Silvano Dalla Libera, dalla quale spicca anche la richiesta degli italiani di ridare la parola alla scienza: il 55% pensa sia utile continuare a fare ricerca, il 62% ritiene che gli scienziati italiani abbiano diritto di fare ricerca alle stesse condizioni dei colleghi stranieri. E gli italiani si mostrano interessati anche al destino degli agricoltori: il 52% pensa che se la legge consente la vendita di Ogm dovrebbe permetterne anche la coltivazione. A livello di acquisto, il 52% non esclude la possibilità di comprare in futuro prodotti biotech, soprattutto se ne venisse dimostrato un beneficio per la salute (48%).

“L’indagine - ha spiegato Mannheimer - mette a nudo il deficit di conoscenza sul tema degli Ogm sull’opinione pubblica italiana, al centro di messaggi spesso ideologizzati e bersagliata da dibattiti in cui le ragioni della scienza sono poco rappresentate”. Non è un caso, infatti, se i media nazionali abbiamo dedicato al tema, tra gennaio 2011 e settembre 2012, appena lo 0,02% dello spazio informativo, con un’esposizione media delle posizioni negative maggiore di 8 punti rispetto a quelle positive (dati presentati da Gianni Betto, direttore del Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva). Il 33% degli italiani dichiara di non avere mai sentito parlare di Ogm, percentuale che sale al 50% tra gli over 64 e al 41% tra chi risiede al Sud e nelle Isole. E nonostante il 67% dichiari di conoscere gli Ogm, solo il 7% sa bene di cosa si tratta.

Dai dati, inoltre, emerge che l’informazione ha dato più spazio ai “contrari agli Ogm”, 64% contro il 36%. Solo il 12% della popolazione si è attivata direttamente per cercare informazioni sugli Ogm mentre il 55% le ha ricevute passivamente. Se per gli “attivi” è internet la prima fonte (46%), per i “passivi” la televisione è di gran lunga la fonte più citata (70% del totale delle risposte). Nel complesso il 51% degli italiani non è stato esposto ad alcuna informazione sugli Ogm sebbene il 25% di coloro che mostrano un elevato livello di esposizione si concentri nella fascia di età tra 18 e i 34 anni (25%) e risieda nel Nord Est (30%). “È il frutto di una propaganda contro le biotecnologie - commenta Silvano Dalla Libera - che da una parte fa credere che si coltivino e dall’altra nasconde che negli alimenti e nella filiera siano usate da anni materie prime biotech senza danni alla salute e con benefici economici sia per i consumatori che per i produttori”.

In questo contesto spicca però la richiesta di ridare la parola alla scienza: il 55% degli intervistati, infatti, pensa sia utile continuare a fare ricerca, il 62% ritiene che gli scienziati italiani abbiano diritto di fare ricerca alle stesse condizioni dei colleghi stranieri. Gli italiani si mostrano interessati anche al destino degli agricoltori: più della metà (52%) pensa che se la legge consente la vendita di Ogm dovrebbe permetterne anche la coltivazione e il 56% ritiene non sia giusto che gli agricoltori stranieri possano produrre e venderci prodotti Ogm se ciò non è permesso ai nostri coltivatori. A livello di acquisto, il 52% non esclude la possibilità di comprare in futuro prodotti biotech, soprattutto se ne venisse dimostrato un beneficio per la salute (48%), per l’ambiente (37%) e per il portafoglio (27%), mentre il 25% non li comprerebbe mai a nessuna condizione.

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