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“SOMETHING’S CHANGING” IN DISCOTECA. SI AFFACCIA IL WINE & FOOD ALL’INSEGNA DEL “PIACERE RESPONSABILE”. LE PRIME ESPERIENZE IN ITALIA: DA ROMA A MILANO ...

Non Solo Vino
In discoteca si affaccia il wine & food responsabile

C’è una nuova tendenza che, pare, si sta affacciando nelle discoteche, sotto il segno della responsabilità, della consapevolezza e del “bien vivre”. Nei templi del ballo e - a volte - dello “sballo” inizierebbe a ritagliarsi un spazio il wine & food, con aperitivi, cene a buffet e persino a tavola. Emerge da una piccola inchiesta che WineNews ha fatto sulla base di uno studio della Fipe-Confcommercio, dal quale sembra che le discoteche scelgano di aprire al cibo, ed al vino, non in un’ottica di esagerazione, ma in quella di piacevolezza, dello stare insieme con gusto, in tutti i sensi.

Ma anche della qualità, a scapito di “binge drinking” e “beveroni” dannosi per la salute e finalizzati al mero consumo di alcol. E, quando si parla di qualità nel bere, si parla di vino. Insomma, il nettare di Bacco può assumere un ruolo tutto nuovo: emancipare la discoteca dal vecchio cliché di luogo rumoroso e adatto solo per cocktail di scarsa qualità, come ci hanno raccontato Maurizio Pasca, presidente nazionale Silb, Roberto Cominardi, patron dell’“Old Fashion”, storico locale delle notti milanesi, e Antonio Flamini, imprenditore del settore e presidente Silb per la provincia di Roma. “La notte sta cambiando - dice a WineNews Maurizio Pasca, a capo dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo (che aderisce alla Fipe) - e la discoteca non è più in grado di assorbire la domanda di una fascia di età che si è andata ampliando: oggi infatti il 54% dei clienti è rappresentato dai 18-45enni. Da età diverse nascono esigenze diverse, sempre più rivolte ad una richiesta di maggiore qualità: il vino porta - spiega ancora Pasca - qualcosa di nuovo nel nostro mondo, un approccio alla cultura del bere innovativo, fatto di conoscenza e coscienza di cosa si sta bevendo, per questo è un fatto positivo che stia pian piano entrando nei locali notturni. Ciò nonostante esistono ancora in Italia concetti estremamente diversi di approccio al “bere notturno” : al nord c’è maggiore attenzione alla qualità, e il vino trova terreno fertile, mentre al sud ancora da questo punto di vista persiste una visione più classica”.

Ma quale vino si consuma nelle discoteche? Lo dice, a WineNews, Roberto Cominardi, patron dell’“Old Fashion” di Milano che, su questa formula, ha deciso di puntare già dal 1995, dando forse per primo in Italia un segnale di rottura con quello che la discoteca ha significato negli anni ’80 e ’90: “oggi il vino bianco è il protagonista assoluto dell’aperitivo, per cena, invece, l’offerta si amplia anche ai rossi, mentre nei privé trovano spazio etichette importanti, accompagnate, magari, da selezioni di formaggi o di altri prodotti tipici”. Insomma, ancora qualità. “Sì - prosegue Cominardi - perché la sicurezza è direttamente legata alla qualità di ciò che si beve e, da questo punto di vista, non c’è niente di più sicuro del vino, per chi deve mettersi al volante come per chi si limita a ballare”.

Anche l’analisi di Antonio Flamini, presidente Silb della Provincia di Roma, conferma una tendenza ormai in atto, che rivoluziona l’idea dominante sulle discoteche. “Si entra prima e si esce prima, con la domenica che sta assumendo un suo protagonismo, proprio per l’orario dell’aperitivo. Dal Prosecco utilizzato negli “spritz” si è passati, specie per la clientela femminile, ai bianchi, mentre gli uomini prediligono il rosso”.

Anche quello dei locali notturni, insomma, è un mondo in continuo movimento e mutamento, in cui il vino non è più un “intruso”, ma il protagonista di aperitivi, cene a bordo pista e persino nottate, all’insegna della qualità e della sicurezza, vero e proprio leitmotiv delle nuove generazioni.

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