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SONDAGGIO FONDAZIONE BASSETTI: ITALIANI ANCORA DIFFIDENTI VERSO CIBO PRODOTTO CON OGM

Resta ancora molto alta la diffidenza degli italiani verso i cibi prodotti con organismi geneticamente modificati e qualche apertura viene invece per l'applicazione delle biotecnologie in campo medico, dove però viene bocciato
l'utilizzo di embrioni umani: emerge dalla seconda
indagine su "Biotecnologie e opinione pubblica in Italia",
realizzata dalla Fondazione Giannino Bassetti.

Secondo la ricerca infatti solo un italiano su cinque
preferirebbe cibi prodotti con Ogm anche se il loro gusto fosse migliore di quelli tradizionali; appena il 10%
acquisterebbe cibi modificati anche se avessero un costo minore degli attuali. Il 38% del campione, inoltre, non sarebbe disposto ad autorizzare in nessun caso la commercializzazione di cibi modificati geneticamente neppure se fossero chiariti rischi e benefici; la stragrande maggioranza (95%) è d'accordo sul fatto che il cibo con Ogm porti speciali etichette di riconoscimento. Una convinzione che non viene scalfita neanche dall'aiuto che l'utilizzo degli Ogm fornirebbe alla lotta alla fame del mondo, una delle maggiori argomentazioni dei fautori del biotech (il 60% degli intervistati non lo ritiene sufficiente rispetto ai rischi della ricerca in questo settore). Rischi contro i quali per il 72% del campione le leggi attuali sono insufficienti. Più apertura viene invece per l'utilizzo del biotech in campo medico dove i rischi sono controbilanciati dai potenziali benefici come nel caso degli xenotrapianti (il 48% pensa sia utile inserire dei geni umani negli animali per produrre organi da trapiantare). Se un'assoluta bocciatura viene invece per la
clonazione a fini riproduttivi, considerata rischiosa dal 70% del campione, l'80% la giudica anche moralmente inaccettabile. L'indagine smentisce poi la convinzione che la diffidenza verso il biotech sia frutto della scarsa informazione degli italiani sulla materia: pur confermando che il livello di conoscenza non è elevato (quattro italiani su dieci ammettono la propria ignoranza nel settore) secondo la ricerca "l'informazione in ogni caso influisce scarsamente sul giudizio che gli italiani danno alle applicazioni della biotecnologica dove l'elemento che conta sembra essere in questo caso la fiducia riposta nella scienza". Oltre l'80% del campione ritiene infatti che non bisogna lasciare che gli scienziati possano liberamente condurre ricerche sulle biotecnologie e per il 63,9% non possono essere neppure le imprese a "autoregolamentarsi".

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