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SONDAGGIO: GLI EUROPEI SONO TRANQUILLI DEL LORO CIBO. INDAGINE DI EUROBAROMETRO SULLA PERCEZIONE DEI RISCHI E DELLA SICUREZZA

I consumatori europei hanno una percezione positiva del cibo, le preoccupazioni legate alla sicurezza alimentare non sono in cima ai loro pensieri e il ruolo delle autorità pubbliche nella protezione dei loro interessi viene apprezzato: è la fotografia che emerge dalla nuova indagine Eurobarometro, commissionata dall'Authority alimentare Efsa, sulla percezione dei rischi per la salute e in particolare di quelli correlati alla sicurezza alimentare.

Per gli europei il cibo e l'alimentazione sono legati anzitutto al gusto e al piacere. Se si chiede cosa passa per la loro mente quando pensano al cibo, solo 1 su 5 menziona la salute e i timori inerenti ad eventuali rischi o malattie non vengono quasi mai menzionati spontaneamente. Quando si chiede in maniera più specifica di citare eventuali problemi o rischi legati al cibo, tra la maggioranza non emerge alcun tema comune.

Attualmente, le principali crisi alimentari del passato come la Bse (encefalopatia spongiforme bovina) non sembrano essere in cima ai pensieri. Solo 1 su 5 individua spontaneamente temi legati alla sicurezza: tra questi, vengono citati più frequentemente le intossicazioni, seguite da agenti chimici, pesticidi e sostanze tossiche e infine l'obesità. Quando è sottoposto un elenco di possibili rischi associati al cibo, i timori sembrano essere più estesi.

I consumatori tendono ad essere per lo più preoccupati per i rischi causati da fattori esterni su cui esercitano scarso o addirittura nessun controllo. In cima alla scala delle preoccupazioni (oltre il 60%) troviamo timori relativi a residui di pesticidi, nuovi virus (come l'influenza aviaria), residui nella carne, igiene alimentare (fuori casa) e contaminazione del cibo da parte di batteri.

I consumatori sembrano essere meno preoccupati degli eventuali rischi legati al loro comportamento e alle loro abitudini. Da notare che, mentre l'obesità viene menzionata spontaneamente come un possibile rischio legato al cibo (sebbene solo da pochi), pochi sembrano essere preoccupati di ingrassare (problema tra gli ultimi nella scala delle "preoccupazioni").

Il 61% è a conoscenza delle normative comunitarie in materia di sicurezza alimentare, al terzo posto dopo quelle relative al fumo (85%) e ai diritti dei consumatori (66%). Il 54% riconosce che le autorità europee prendono molto sul serio i timori dei cittadini inerenti ai rischi per la salute, anche se sussiste un certo scetticismo per quanto riguarda la priorità della salute dei consumatori rispetto agli interessi commerciali.

Per quasi 6 su 10 le autorità tengono conto delle scoperte scientifiche nel prendere decisioni in materia di rischio alimentare e quasi 1 su 2 apprezza il loro ruolo nell'informare. Per il 38% la situazione negli ultimi 10 anni è migliorata, per il 29% è rimasta invariata ma per il 28% è addirittura peggiorata. Tuttavia, la prospettiva cambia riguardo ai progressi fatti nell'ambito dell'Ue: quasi 1 su 2 pensa che gli interventi in materia di rischio alimentare siano appropriati. Solo il 13% si ricorda di riferimenti nei media ai rischi per la salute derivanti dal cibo (percentuali più elevate per fumo, obesità ed alcol), ma ben 1 su 2 afferma di avere di conseguenza cambiato le proprie abitudini alimentari.

Tuttavia, oltre il 40% ignora quanto riportato dalla stampa su alimenti pericolosi o nocivi o si preoccupa senza agire. I risultati riconfermano l'importanza della formulazione di messaggi che rispondano ai bisogni di gruppi specifici, utilizzando le fonti d'informazione giudicate più attendibili dai consumatori.

Commentando i risultati della prima indagine e le loro implicazioni per la comunicazione del rischio, Anne-Laure Gassin, direttore della Comunicazione, ha detto: "Nella formulazione e divulgazione dei messaggi riguardanti i risultati del suo lavoro, l'Efsa è in stretta collaborazione con le autorità nazionali, la Commissione europea e le parti interessate. Tale collaborazione è di fondamentale importanza per portare a termine la missione dell'Agenzia nella comunicazione del rischio".

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