Nuovo corso per Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss-Guido Carli. La mission di questa organizzazione, costituita inizialmente per favorire il dialogo tra industria e agricoltura e trovare soluzioni win-win, si allarga ora al consumatore, a cui intende rivolgersi fornendogli strumenti e informazioni per soddisfare la sua crescente domanda di sostenibilità non solo nei riguardi dell’ambiente ma anche in rapporto alla giusta e corretta nutrizione. Non a caso la presidente di Agronetwork è Sara Farnetti, specialista in medicina interna e nutrizionista ideatrice della nutrizione funzionale, ovvero di una dieta che lavora, come la definisce la stessa dottoressa, “in perfetta sintonia con i ritmi naturali con cui il corpo immagazzina o brucia gli alimenti e che utilizza il cibo tenendo conto del suo effetto sugli organi”.
“Per questo il Nutriscore non funziona - sottolinea la neopresidente di Agronetwork - perchè non è sostanziale per la salute, mentre lo è la combinazione dei vari elementi e sapere come funzionano. Bisognerebbe fare più educazione alimentare, a partire dalla scuola, perché tutti conoscono come funziona un impianto elettrico ma poi noi sanno come funziona il nostro corpo”.
Comunque gli italiani sono sulla buona strada nell’adozione di un corretto stile di vita alimentare: secondo i dati raccolti dall’indagine sulle informazioni nutrizionali in etichetta svolta da Format Research per Agronetwork, il 75,5% degli intervistati ritiene che per essere in salute sia necessario avere una dieta varia e completa, senza eliminare completamente dalla propria tavola gli alimenti con alti contenuti di grassi, sodio o zuccheri, ma dosandoli in modo bilanciato con gli altri alimenti. Per i prodotti confezionati, il principale driver di scelta sono gli ingredienti genuini e naturali (59,3%), mentre per il 39,2% il fatto che il prodotto sia sano e fornisca un apporto bilanciato di nutrienti. Per il 64% degli intervistati, le informazioni nutrizionali sulla confezione sono il primo canale attraverso cui ci si informa circa le proprietà nutrizionali degli alimenti e, in merito alle etichette nutrizionali presenti sul mercato, la più seguita e conosciuta è “Nutrinform Battery”, propugnata dall’industria alimentare italiana in opposizione ai sistemi a “colori e bollini” che caratterizzano le proposte di altri Paesi europei come il “Nutriscore” e “l’Etichetta a Semaforo”.
Quattro intervistati su dieci ritengono infatti che la Nutrinform Battery, ovvero un’icona a forma di batteria che indica la presenza di calorie, grassi, zuccheri e sale per porzione e la percentuale di tali elementi rispetto alla razione giornaliera consigliata, sia il sistema che più degli altri li aiuterebbe a seguire una dieta sana e bilanciata. Il 28,4% indica invece Nutriscore (a 5 colori, dove l’alimento è classificato in cinque categorie, dalla A degli alimenti molto salutari alla E degli alimenti non salutari) e il 30,7% opta per l’Etichetta a Semaforo (a tre colori, dove l’alimento è valutato con un semaforo verde, giallo o rosso per ciascuno dei suoi principali nutrienti).
C’è da segnalare, inoltre, che il 60,2% degli intervistati riconosce il logo Nutrinform Battery, il 41,6% riconosce il logo del sistema a semaforo e solo il 27% il logo del Nutriscore. Secondo Agronetwork e la sua presidente Farnetti, il modello della Dieta mediterranea, personalizzato nelle quantità e nella combinazione degli alimenti, sposa perfettamente il concetto della sostenibilità ambientale e si contraddistingue per il suo equilibrio nutrizionale. Agronetwork, come reso noto dal segretario generale Daniele Rossi, è impegnata in una serie di studi scientifici che rilevino i benefici ambientali della Dieta mediterranea e intanto fa presente come questa dieta pesi per 3.469 litri d’acqua medi giornalieri, ben 37,2% in meno della occidentale (western - Nord America) che ne utilizza 4.760 e solo 19,5% in più della vegetariana - che impiega 2.793 litri - apportando però rispetto ad essa molti più nutrienti macro e micro, e meno grassi.
“Essere sostenibili per l’ambiente - sottolinea Sara Farnetti - presuppone scelte sostenibili per la salute del singolo. Se adottiamo uno di stile di vita e una dieta funzionale alla salute della persona, siamo sostenibili anche per l’ambiente”.
La nuova squadra di Agronetwork, che vede tra i vicepresidenti anche un noto esponente del mondo vitivinicolo, Guido Folonari, tra l’altro presidente di Confagri Livorno (gli altri quattro vicepresidenti sono Emanuele di Faustino per Nomisma, Matteo Caroli per Luiss Università Guido Carli, Alfredo Pratolongo per Heineken Italia e Annibale Pancrazio per Pancrazio Spa, ndr), intende impegnarsi non solo sulla direttrice dell’impiego funzionale e nutraceutico degli alimenti e delle ricette delle tradizioni gastronomiche tricolori, con attenzione alla composizione delle diete ed al loro bilanciamento in un’ottica di personalizzazione, ma anche sulla sostenibilità, l’efficienza, la circolarità delle filiere agroalimentari e il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti in ciascuna fase produttiva e di servizio lungo la catena alimentare fino al consumatore finale. Per il nuovo direttivo è inoltre importante spingere su un urgente infrastrutturazione e modernizzazione del Paese, soprattutto delle aree interne, grazie anche alle risorse comunitarie, dal digitale alla ricerca genomica, dall’agricoltura di precisione alla gestione dei big data, dalla logistica alla interportualità.
In questo senso Agronetwork ritiene che il dialogo tra agricoltura e industria, protagonisti nello scenario della sostenibilità ambientale, sia fondamentale per l’evoluzione del sistema agroalimentare sempre più orientato verso i temi del cibo sano e sostenibile, della nutrizione, della longevità e della salute dei consumatori, “con i quali - sottolinea Farnetti - è necessario confrontarsi attraverso un approccio scientifico e promuovendo la giusta comunicazione”. Secondo Farnetti è, inoltre, importante “promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e, più in generale, del patrimonio agroalimentare italiano, come dato identitario del Paese. Possiamo riuscirci - conclude la presidente Agronetwork - attraverso una strategia ancora più rivolta al territorio, alle imprese agroalimentari, maggiormente orientata al servizio, capace di cogliere i fabbisogni progettuali, di dialogo tra industria e agricoltura, di ricerca ed innovazione”.
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