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ATTUALITÀ

Sostenibilità, il 74% delle aziende agricole italiane adotta almeno una pratica circolare

I risultati di una ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano: ma sono diffuse nell’82% delle imprese molto grandi
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Le pratiche agricole sostenibili sono sempre più diffuse (ph: Freepik)

Sono numerose le sfide che si trova ad affrontare il mondo agricolo italiano, dai costi ai redditi, dai consumi alla ricerca della manodopera, ma non c’è dubbio che tra le più importanti e delicate c’è quella della sostenibilità. Un tema per cui le aziende agricole stanno dimostrando attenzione e registrando progressi costanti. Non a caso il 74% adotta almeno una pratica circolare, il modello basato sull’uso sostenibile e rigenerativo delle risorse naturali per prevenirne l’esaurimento e ridurne lo spreco. Parola di una ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano, presentata nel convegno “Sostenibilità al plurale: strategie e relazioni per la filiera agroalimentare in trasformazione”, di scena oggi al Politecnico.
Gli agricoltori, dunque, si dimostrano attivi per la tutela del suolo, dell’acqua e della biodiversità, agendo contro le perdite agricole e gli sprechi alimentari. Le pratiche più diffuse comprendono quelle rigenerative: è il caso dell’agricoltura integrata, conservativa, la tutela della biodiversità o il mantenimento degli ecosistemi, adottate da oltre un’azienda su due. E poi c’è il 48% che fa uso di materie prime ricavate da scarti di processo, acqua riutilizzata ed energia da fonti rinnovabili. La valorizzazione delle eccedenze di produzione, inclusi il recupero, la donazione e la ritrasformazione è una pratica a cui dice “sì” il 38%, mentre quella degli scarti e delle biomasse riutilizzabili come materie prime nell’industria, fertilizzanti agricoli o altre applicazioni è diffusa nel 33% delle aziende.
Le pratiche circolari sono applicate al di là delle dimensioni aziendali, tanto che si concretizzano nell’82% delle imprese molto grandi, nel 77% delle grandi, nel 76% delle medie e nel 73% delle piccole.
Nella transizione sostenibile dei sistemi alimentari, infine, una delle strade percorribili è la filiera corta, dove i Gas, gruppi di acquisto solidale, sono una possibile alternativa ai canali distributivi tradizionali. La grande distribuzione, comunque, continua a dare maggiori garanzie dal punto di vista del risparmio e facilità d’acquisto: due modelli che possono convivere.

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