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SPAGHETTI AL POMODORO PER IL PRESIDENTE NAPOLITANO, CUCINA SALUTARE E MULTIETNICA PER BARACK E MICHELLE OBAMA, TOP SECRET E CONTROLLATISSIMI I PIATTI DEL CREMLINO: GLI CHEF DEI “POTENTI DELLA TERRA” SI RACCONTANO

Spaghetti “co’ a pummarola ncoppa”, in perfetto stile napoletano, ma anche fusilli al pesto, scaloppine al limone e baccalà per il Presidente della Repubblica Italiana, Giorno Napolitano; cucina salutare, anche per volontà della First Lady Michelle Obama, ma comunque multietnica, come piace al presidente Barack; più difficile accontentare tutti i “reali” di Buckingham Palace, dalle Regina Elisabetta in poi. A svelare i segreti dei piatti dei “potenti della terra” sono stati i membri del “Club des Chefs des Chefs”, l’associazione che riunisce i cuochi di capi di Stato e personalità varie, da quelli che preparano i pasti per Francois Hollande in Francia o per la Cancelliera tedesca Angela Merkel, e così via, riuniti in un evento di scena nei giorni scorsi a Palazzo di Vetro, che ha riunito gli chef di tanti Paesi del mondo. A svelare le abitudini del presidente americano Obama è Cristeta Comerford, originaria delle Filippine.
“Sapete che da noi vige la massima discrezione”, spiega, confermando tuttavia la nota passione della coppia presidenziale per i cibi sani. “Amano tutte le verdure, non solo i broccoli, ma anche spinaci, cavoli e piselli. Al presidente Obama - continua - piacciono diversi tipi di cucina, perché ha una storia multiculturale, e per noi é una grande sfida e una grande opportunità allo stesso tempo”. Cristeta svela anche come la First Lady Michelle sia molto presente nella vita culinaria della Casa Bianca, e che lei stessa a volte viene assediata da stampa e curiosi che vogliono scoprire tutti i segreti dei fornelli presidenziali. Anche al Quirinale la salute é al primo posto, ma con un occhio alle regole piu’ autentiche della tradizione nostrana. I piatti preferiti dal presidente Giorgio Napolitano e dalla moglie Clio li svelano gli chef Pietro Catzola e Giovanni Santangelo.
“Il presidente predilige una cucina semplice, come spaghetti al pomodoro, fusilli al pesto, scaloppine al limone e baccala”, raccontano, spiegando che Napolitano ama molto la cucina partenopea. Mentre durante i pranzi di Stato é necessario informarsi su gusti e necessità dei leader in trasferta. “Anche attraverso le ambasciate chiediamo se gli ospiti hanno delle allergie. Per Bill Clinton ad esempio, allergico al latte, abbiamo cucinato una crema di piselli legandola con la crema di riso. George Bush invece non voleva alcolici, così abbiamo fatto il babà bagnato con il succo d’arancia”. Essere uno chef di un re o di un capo di Stato non é semplice, anche perchè, come sottolinea il fondatore dell’associazione, Gilles Bragard, convivialità e gastronomia hanno un ruolo significativo nelle relazioni internazionali.
“Il nostro motto è “la politica divide gli uomini, ma una buona tavola può riunirli”“. E oltre a creatività e abilità nel cucinare, é essenziale anche la discrezione. Tanto che in molti Paesi i cuochi devono firmare un accordo di riservatezza. Particolarmente blindato quello degli chef del Cremlino, dove vigono regole ferree: accanto ai cuochi c’è un dottore che, per questioni di sicurezza, porta tutti gli ingredienti in laboratorio prima di preparare i piatti presidenziali ...
Fonte: Ansa - Autore: Valeria Robecco

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