Sette italiani su dieci hanno fatto almeno una volta acquisti direttamente dal produttore agricolo giudicandoli in maggioranza convenienti. E' quanto emerge dai dati dell'Osservatorio nazionale sulla spesa in campagna promosso da Coldiretti e Agri 2000, che evidenzia un aumento a 2,4 miliardi di euro del valore degli acquisti di vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità effettuati direttamente in 48.650 aziende agricole, che nell'arco degli ultimi 5 anni hanno fatto segnare una crescita record del 25%.
Il crescente interesse per la spesa in campagna è il frutto della necessità di combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola e della volontà di verificare personalmente qualità, genuinità, origine e tecnologie utilizzate per il cibo che si porta in tavola, ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni, nel sottolineare che si tratta di una opportunità per il Paese con positivi effetti sul contenimento dell'inflazione e per i consumatori che possono così risparmiare e garantirsi acquisti sicuri e di qualità, ma anche di un'occasione per le imprese agricole che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare specialità territoriali uniche ed inimitabili . Il fenomeno degli acquisti in campagna, che registra un vero boom durante le vacanze estive 2006, è diffuso su tutto il territorio nazionale e coinvolge il 5% delle imprese agricole italiane iscritte alle Camere di Commercio con una quota maggiore nel nord-ovest (8%) e nel centro Italia (6,3%) mentre notevoli opportunità di crescita si riscontrano nel nord est (4%) e nel mezzogiorno (3,9%).
Secondo la Coldiretti durante l'estate sono 21mila le cantine aperte dove i turisti possono acquistare vino che, con il 41% delle aziende totali, è il prodotto maggiormente commercializzato direttamente, seguito dall'ortofrutta acquistata spesso dai vacanzieri lungo le strade durante gli spostamenti dell'esodo estivo con il 23,5%, dall'olio di oliva con il 16%, dalla carne e dai salumi con l'8%, dai formaggi comprati in malghe e caseifici con il 5%, mentre più ridotto è il numero di imprese che offrono miele (1%). Dall'analisi dei luoghi dove è possibile fare acquisti di prodotti della campagna emerge che due imprese agricole su tre utilizzano locali adattati all'interno dell'azienda dove vengono anche utilizzate strutture di facile allestimento da sistemare lungo i confini con le strade più trafficate, mentre molto diffusa con il 23,8% è la partecipazione a mercati e fiere locali e con il 2,2% rimane ancora minoritaria l'apertura di punti vendita esterni situati ad esempio nelle città, ma anche la consegna a domicilio (2,4%) che spesso si affianca alle altre modalità di commercializzazione. Anche se sono ancora minoritari, gli spazi vendita in città e il porta a porta rappresentano segmenti in rapida crescita per superare le difficoltà che riscontrano i consumatori negli spostamenti in campagna, ma anche per venire incontro ai bisogni di un numero crescente di cittadini come gli anziani che necessitano del servizio di consegna.
L'individuazione di spazi nelle città è una realtà in rapida espansione in tutti i Paesi sviluppati con i cosiddetti Farmers Market, i mercatini degli agricoltori nelle città, che stanno riscuotendo un grande successo in Francia, Inghilterra e Stati Uniti dove il loro numero è cresciuto nell'arco di cinque anni del 30%, passando da circa 3000 agli oltre 3700 interessando anche le aree di prestigio di grandi centri come New York.
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