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CONSUMI

Spirits, le tendenze 2024: dal ritorno alla classicità per il gin al boom degli amari artigianali 

Le prospettive dell’universo distillati per Antonio Beneforti (Proposta Vini): “in Italia il trend del no-alcol non ha mai preso il volo”
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Gin, amari e whisky sono i trend del 2024 nell’universo distillati

Dal ritorno alla classicità per il gin, dopo anni di sperimentazioni (ma le tipologie aromatizzate alla frutta saranno sempre più popolari), al boom degli amari artigianali, che affondano le loro radici nella tradizione italiana, fino alla crescita degli appassionati di whisky e all’attenzione per la sostenibilità: ecco le principali tendenze in arrivo dal mondo degli spirits per il 2024, secondo Antonio Beneforti, selezionatore di Proposta Vini, una delle principali aziende di distribuzione in Italia.
“L’anno scorso ci si aspettava un deciso aumento degli analcolici, ma in Italia questo trend, nato negli Stati Uniti, non ha mai veramente preso il volo - sostiene Antonio Beneforti - nel Belpaese, l’atto di consumare alcol è strettamente intrecciato al mondo del cibo. La cucina italiana, rinomata per i suoi sapori intensi e saporiti, rende l’esperienza dell'alcol un modo per equilibrare e arricchire il corpo. In Italia molto spesso l’uso di bevande no alcol è influenzato da varie sfaccettature della vita quotidiana, come la gravidanza, motivi di salute o la ricerca di una migliore forma fisica. Per questo motivo, a differenza di altri Paesi, è raro trovare qualcuno che rinunci completamente al consumo di alcol”.
In Italia, dove la tradizione è sacra, è previsto che il gin continuerà a dettare legge, come ha fatto negli ultimi dieci anni, presentando nuove esperienze e raccontando storie uniche. Dopo un periodo di sperimentazioni con gin eccentrici, il 2024 segnerà un ritorno al classico, al gin autentico che incarna il puro sapore di ginepro, un'eleganza intramontabile e una tradizione che ha plasmato il palato italiano. All’interno del vasto mondo dei gin, emerge con forza la tendenza del “gin fruit”. Questo particolare stile di gin, arricchito da aromi fruttati, sta guadagnando popolarità in modo significativo. L’Italia, con la sua diversità territoriale, rappresenta un autentico tesoro per la produzione di gin. Basta spostarsi da una vallata all’altra nella stessa provincia o nella stessa regione per scoprire tradizioni e botaniche uniche. Questa varietà consente a chiunque si dedichi alla produzione di gin di creare una bevanda completamente diversa da quella del vicino. Un esempio affascinante si trova in Sicilia, dove i liquori con arance si distinguono per il territorio di provenienza, regalando al consumatore un'esperienza sensoriale unica. Il 2024 si profila come un anno in cui il gin, tornando alle sue radici, esplorerà nuove sfumature, creando connessioni più profonde con la tradizione italiana e offrendo un viaggio attraverso la ricchezza dei suoi territori.
Per gli amari artigianali stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione: gli italiani hanno un rapporto speciale con l’amaro, che ha sempre fatto parte delle nostre abitudini post cena, un’alternativa alla grappa o un modo per concludere il pasto con un tocco di autenticità. L’amaro sta vivendo un periodo di crescita straordinaria, con la comparsa di locali dedicati interamente a questa bevanda e con i bartender che osano sperimentare nuovi confini. Addirittura, non è più un’eccezione trovare proposte di amaro e tonica come aperitivo, un connubio di sapori leggeri e gassati che regala un’esperienza piacevole e rinfrescante. Nonostante la vasta gamma di nuove ricette che emergono, a differenza di altri settori come il vino o il gin, manca ancora un prodotto che emerga come l’amaro per eccellenza nella proposta artigianale italiana. Questo vuoto rappresenta un terreno fertile per nuove creazioni, mantenendo sempre saldo il legame con la tradizione italiana che il consumatore apprezza e abbraccia.
Un fenomeno che sta crescendo in maniera significativa, ma che spesso passa inosservato, è il trend mondiale legato al whisky: un mercato in espansione a livello globale, con un aumento sia nella produzione che nel numero di consumatori. Non solo distillerie in luoghi iconici come la Scozia, ma in ogni angolo del mondo, Italia compresa, stanno vedendo la luce.
I consumatori di whisky stanno subendo una trasformazione demografica, coinvolgendo non solo gli intenditori più anziani, ma anche i giovani che stanno iniziando a esplorare questo affascinante mondo. Una delle chiavi di questo successo è la versatilità del whisky, perfetto per essere miscelato nei più classici e conosciuti cocktail. Questa caratteristica consente di trasmettere non solo il prodotto in sé, ma anche la passione e la cultura che circondano il mondo del whisky. L’esperienza di degustazione di questo distillato in purezza diventa quindi il passo successivo, un viaggio che inizia con un cocktail ben fatto e si evolve attraverso la scoperta di sapori più complessi e profondi. Il whisky, in silenziosa crescita, sta diventando sempre più un elemento catalizzatore per un pubblico eterogeneo, trasformando il semplice atto di bere in un’esperienza ricca di sfumature culturali e gustative. 
Un trend trasversale che sta guadagnando sempre più slancio è quello della sostenibilità nel mondo degli spirits. Oggi esistono produttori di distillati che hanno abbracciato l’approccio “carbon free”, un impegno concreto per l’ambiente. Questa tendenza, nata inizialmente in Gran Bretagna tre anni fa, ha visto una crescita significativa durante il periodo del Covid: alcuni cocktail bar all’avanguardia stanno già adottando azioni di sostenibilità, come il riciclo o l’utilizzo di materie di scarto. Questa visione si estende anche ai materiali utilizzati per bicchieri, strumenti e persino l'arredamento nei locali. Un ritorno all’uso di articoli usati, con una filosofia basata sul riciclo e sul recupero, che sta diventando sempre più popolare.
Nel panorama italiano stanno emergendo nuovi produttori nel settore degli spirits e dei liquori che stanno facendo scelte consapevoli per ridurre l’impatto negativo sull’ambiente. Questi non solo adottano pratiche sostenibili, ma realizzano anche opere benefiche, come la piantumazione di alberi o il sostegno a specifici territori o animali.

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