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SQUISITO! 2007 - SAN PATRIGNANO: GOODFOOD, CULTURE ALTERNATIVE CONTRO LA DROGA

Droga, guerre e povertà: un triangolo nel quale si inabissano la speranza, la
vita, la dignità umana. Ma dal quale si può uscire, se
esistono la volontà e la determinazione, mettendo in atto
progetti di sviluppo sostenibile e colture alternative. E'
questo il messaggio emerso dal convegno organizzato nell'ambito
di GoodFood, 13 progetti di conversione delle colture e
solidarietà presentati a San Patrignano durante Squisito!.
I dati forniti durante i lavori sono emblematici. Jorge Rios,
dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine
(UNODC), responsabile per i progetti di sviluppo sostenibile e
colture alternative, parla di 193 mila ettari coltivati ad oppio
in Afghanistan, con un incremento nel 2007 del 13%; la
superficie a papavero a livello mondiale, invece, ha superato di
poco i 200 mila ettari, ma con un decremento del 15% rispetto al
1998. Il solo paese asiatico, dunque, garantisce al
narcotraffico un'estensione superiore a quella delle
coltivazioni di coca dell'intero Sudamerica: Bolivia, Colombia e
Perù, infatti, raggiungono 157 mila ettari, con un decremento
del 2% tra 2005 e 2006 e un calo netto del 29% rispetto al
record raggiunto nel 2000, quando le coltivazioni dei tre paesi
raggiunsero 221 mila ettari.
I programmi alternativi tra 1998 e 2007 hanno consentito,
grazie a un investimento di 133 milioni di dollari, di mitigare
l'impatto delle colture oppiacee in Myanmar, dove 40 mila
persone sono passate al té e ad altre colture alternative, e di
conseguire altri risultati in Laos. Intensa l'azione di Unodc
anche in Bolivia, Colombia e Perù, dove il valore potenziale
delle coltivazioni ha raggiunto rispettivamente i 180, 443 e 307
milioni di dollari, "portando con sé un indotto devastante di
emarginazione, povertà e insicurezza", come spiega Rios. In
Colombia, molte centinaia di famiglie e diverse organizzazioni
agricole sono state coinvolte in programmi di conversione alla
produzione di miele, caffé e cacao biologici (per un totale di
circa 60 tonnellate); un programma di riforestazione ha toccato
22 mila ettari già coltivati a coca. In Perù, quasi 20 mila
famiglie hanno beneficiato di 13 progetti per produzione, tra
l'altro, di caffé, cacao, cuore e olio di palma.

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