“Registrare il nome di un vino come marchio d’impresa costituisce una sicura garanzia nei confronti di eventuali imitazioni. Noi lo abbiamo già fatto con il Brunello di Montalcino, depositato da alcuni anni come marchio in otto importanti Paesi: dal 1993 negli Stati Uniti, e negli ultimi anni in Giappone, Svizzera, Canada, Australia, Sudafrica, Argentina e Cile. Questa registrazione garantisce la tutela integrale del nome: è stato registrato il marchio “Brunello di Montalcino”, e in nessuno di questi Paesi può essere usata né la parola Brunello né la parola Montalcino. Dopo la decisione di oggi della Commissione Europea sulla “liberalizzazione” delle menzioni il vino italiano può contare molto meno sulla tutela a livello comunitario, e registrare le denominazioni tradizionali come marchi d’impresa diventa allora l’unica via d’uscita”. Lo afferma Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino, che si appresta a celebrare “Benvenuto Brunello”, evento internazionale di presentazione delle nuove annate che il 13 e 14 febbraio vedrà la partecipazione a Montalcino di operatori e di giornalisti di tutto il mondo.
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