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“STOP ALLE TRUFFE SULL’OLIO CON ETICHETTA MADE IN ITALY”: COSI’ LA COLDIRETTI

I sequestri di falso olio extravergine effettuati dai Nas confermano la validità della scelta fatta dall’Italia con l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta che occorre far rispettare con decisione per evitare che quasi la metà dell’olio venduto sul territorio nazionale sia spacciato come made in Italy, anche se spremuto da olive spagnole, greche e tunisine: lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione dei Carabinieri dei Nas che ha smascherato un traffico criminale dedito alla produzione e distribuzione nazionale ed internazionale di olio extravergine sofisticato e contraffatto.

L’operazione dei Nas conferma l’importanza di estendere i controlli sull’attuazione al decreto nazionale che prevede l’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta, a partire dal 17 gennaio 2008. Secondo un’indagine della Coldiretti sono inspiegabilmente ancora troppo poche le confezioni di oli vergini ed extravergini in vendita etichettate nel rispetto della nuova normativa con il rischio concreto che vengano spacciate come “made in Italy” miscugli di olio spremuto da olive straniere, senza alcuna informazione per i consumatori.

Sulle confezioni di tutti gli extravergini etichettati dopo il 17 gennaio 2008 - sostiene la Coldiretti - devono infatti essere indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l’olio, mentre se le olive sono state prodotte in più paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente. Un obbligo previsto dal Decreto recante “Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18 ottobre 2007. Con la stesura delle norme applicative - continua la Coldiretti - sono finiti gli alibi con la possibilità di multe fino a 9.500 euro per i trasgressori di ogni singola violazione.

L’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate in etichetta previsto dal decreto è - precisa la Coldiretti - un contributo alla trasparenza se si considera che si è verificato, nel 2007, un aumento record di oltre il 12% degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, secondo i dati Istat dei primi nove mesi, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 15% sull’anno precedente su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali, secondo le stime della Coldiretti.

Si stima un consumo di olio di oliva pari a 14 kg a testa in Italia che - continua la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva e sviluppa un fatturato di circa 2 miliardi di euro che garantisce un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative; sono circa 250 milioni le piante di olivo in Italia, molte delle quali secolari; sono 38 gli oli a denominazione di origine “made in Italy” riconosciuti dall’Unione Europea.


L’olio extravergine di oliva “made in Italy” in cifre

- Patrimonio olivicolo nazionale: 250 milioni di piante

- Produzione nazionale annata 2007/2008: 5 milioni di quintali

- Posizione a livello europeo: 2° produttore Ue dopo la Spagna

- Calo produzione nazionale rispetto 2005/2007: 15%

- Incremento importazioni: + 12 nel 2007

- Consumo nazionale : 14 kg a testa

- Oli extravergine d’oliva Dop/Igp: 38 Fatturato settore: 2 miliardi di euro

- Impiego di manodopera: 50 milioni di giornate lavorative

Fonte: elaborazioni Coldiretti

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