Per evitare il ripetersi di emergenze alimentari come mucca pazza è stato raggiunto uno storico accordo tra Italia e Regno Unito per estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta, oltre che per la diffusione in Europa di biocarburanti di origine agricola e di produzione locale alternativi al petrolio. A darne notizia è la Coldiretti, la più grande organizzazione degli imprenditori agricoli in Europa, che ha siglato l’accordo con la National Farmers Union (NFU), la principale organizzazione agricola del Regno Unito, in occasione dell’incontro bilaterale tra le organizzazioni più rappresentative al di qua e al di là della Manica, che si è svolto a Verona. Per la prima volta dopo anni di incomprensioni tra culture agroalimentari mediterranea e anglosassone si realizza una intesa che può rappresentare la base di una svolta nelle politiche comunitarie volte a incentivare la produzione di energie da fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, e a tutelare qualità e sicurezza alimentare con la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti, a partire dalla pancetta tradizionale delle colazioni inglesi (bacon) e dall’extravergine italiano.
L’accordo stretto tra il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni e il presidente della National Farmers Union (NFU) Peter Candel prevede infatti di "esercitare, in occasione delle trattative sul commercio internazionale in sede WTO, una azione sinergica per favorire alleanze con l'obiettivo di introdurre regole che tutelino e rendano trasparente in etichetta l'origine degli alimenti negli scambi commerciali" anche attraverso interventi "nei confronti delle Istituzioni locali, nazionali, comunitarie e internazionali" e "un’azione globale di sensibilizzazione dei cittadini, fondata su alleanze con le associazioni dei consumatori, sull'importanza dell'etichettatura di origine degli alimenti per la salute e la libertà di scelta". Condiviso tra Coldiretti e NFU è anche l’obiettivo di contribuire a un maggiore impiego di energia derivante da fonti rinnovabili di origine agricola tenuto conto che la situazione di emergenza ambientale a livello planetario rende assolutamente necessaria la riduzione delle emissioni di gas serra, così come previsto dal protocollo di Kyoto e del fatto che i crescenti costi delle fonti energetiche fossili influenzano in misura rilevante le performance economiche globali.
Per difendere la salute dei cittadini e valorizzare ambiente e territorio è anche evidente la necessità di accelerare il percorso già intrapreso a livello comunitario con l’estensione a tutti i prodotti alimentari dell’obbligo (già in vigore nella UE per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette l’origine della componente agricola impiegata. Molto resta infatti ancora da fare e l’etichetta è ancora anonima per carne di maiale (bacon), conserve vegetali e succhi di frutta, ma anche per pasta ed extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che venga messo in etichetta.
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