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STUDIO DELLA ROYAL SPCIETY OF MEDICINE: IN UN SECOLO, LE COZZE E LE OSTRICHE A RISCHIO

Cozze e ostriche sono a rischio di estinzione per colpa del biossido di carbonio che l’uomo immette nell’atmosfera in quantità crescente aumentando così l’acidità di mari e oceani: nel giro di un secolo potrebbero essere soltanto un ricordo, avverte una ricercatrice inglese in uno studio che presenterà presto a Londra alla Royal Society of Medicine.

Carol Turley lavora al laboratorio marino di Plymouth ed è arrivata alla conclusione che i frutti di mare incominceranno a scarseggiare verso la fine del ventunesimo secolo: una quantità abbondante del biossido di carbonio presente nell’atmosfera si dissolve infatti nelle acque accrescendone l’acidità e riducendo in tal modo la capacità di cozze e ostriche di farsi un guscio protettivo solido.

La ricercatrice di Plymouth prevede che nel 2100 alcuni mari incominceranno ad essere così “corrosivi” da provocare lo scioglimento delle conchiglie e allora addio ostriche e cozze.
“Gli oceani - spiega la dottoressa Turley al domenicale “Sunday Telegraph” - assorbono sempre più biossido di carbonio nella misura in cui ne immettiamo una quantità sempre maggiore nell’atmosfera. Hanno già incamerato metà di tutto quello sfornato dalla rivoluzione industriale in poi. Il problema che ciò causa è emerso soltanto di recente. Molti crostacei usano il carbonato di calcio per costruire le proprie conchiglie ma più c’é biossido di carbonio e meno c’é carbonato di calcio per quegli organismi”.

Il fatto che una buona parte del biossido di carbonio finisca dentro i mari è stato visto positivamente in un primo tempo dagli scienziati che però si sono adesso convinti del suo impatto devastante e destabilizzante per la vita degli oceani e per la pesca. La crescente acidità delle acque non dovrebbe mettere comunque a repentaglio gamberetti, aragoste e granchi che si fabbricano le “armature” in modo diverso da cozze e ostriche e non dovrebbero farsi condizionare dal biossido di carbonio.

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