Su 8.000 Comuni italiani (7.998 al 1 luglio 2016 per l’esattezza; dati Istat), oltre la metà sono “Bandiere del Gusto”: ad assegnarle sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale, è la Coldiretti, oggi in Assemblea nazionale a Roma, per un “numero record” di 4.965 nel 2016. La mappa del wine & food tricolore? Sul podio salgono la Campania (486) che con l’inserimento di 29 nuovi prodotti conquista la leadership scavalcando la Toscana (460), mentre il Lazio (396) consolida il terzo posto. A seguire, l’Emilia-Romagna (387) e il Veneto (378), davanti al Piemonte (336) e alla Liguria (294 prodotti). A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Puglia con 251, la Lombardia con 247, la Sicilia con 242, la Sardegna con 189, il Friuli-Venezia Giulia con 163, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 113, la Provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32.
Sono 79 i prodotti che, spiega la Coldiretti, si sono aggiunti sul 2015, incrementando il patrimonio di specialità italiane ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, in base alla revisione n. 16 del Censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle Regioni. Tra le new entry, in Abruzzo U Sprusciat di Pizzoferrato, una soppressata sotto strutto ottenuta con le parti più pregiate del maiale, in Basilicata il Gilò di Maratea, un ortaggio della famiglia delle melanzana arrivato dal Brasile con il ritorno di emigranti del posto, con il quale si preparano ottimi sott’olio, e i Cannarricoli di Viggianello, semplici dolcini fritti tipici delle feste; in Campania la Malaca, una bevanda alcolica ottenuta partendo da uve locali a bacca bianca raccolte a maturità molto avanzata o il Caciocchiato, un formaggio ottenuto da vacche pascolanti allo stato brado dalla forma di un’anguria americana, caratterizzato all’interno da un’occhiatura media e piuttosto diffusa; in Emilia Romagna le Offelle di marmellata, focaccette di pasta dolce romagnole con un ripieno di composta di mele che prendono spunto da una ricetta dell’Artusi; in Friuli-Venezia Giulia il Fagiolo antico di San Quirino, le Fave di Sauris e la Pera Pêr Martin, verde con qualche screziatura rossa, ottima per la distillazione; nel Lazio la Ciambella all’olio, la pizza ’Bbotata’ (avvolta) e la Pizza varata, tutte di Sant’Angelo Romano; in Puglia i Cardoncelli, prelibati funghi che crescono spontanei nell’Alta Murgia; in Sardegna la Panada Assaminesa, una pasta ripiena di carne di agnello, patate e pomodori secchi; in Toscana l’Aglione della Val di Chiana, un aglio gigante (può raggiungere gli 800 grammi) dal caratteristico aroma, privo di allina e dei suoi derivati, dal profumo piccante ma molto più delicato di quello dell’aglio tradizionale; e in Veneto la Pinza alla munara, prodotto rustico di panificazione a base di farina e olio d’oliva.
A prevalere tra le specialità regionali sono i 1.511 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.394 verdure fresche e lavorate, 786 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 493 formaggi, 231 piatti composti o prodotti della gastronomia, 145 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 160 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 157 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.
Focus - La mappa delle “Bandiere del Gusto” 2016, assegnate dalla Coldiretti
Regione - Specialità
Campania, 486
Toscana, 460
Lazio, 396
Emilia-Romagna, 387
Veneto, 378
Piemonte, 336
Liguria, 294
Calabria, 269
Puglia, 251
Lombardia, 247
Sicilia, 242
Sardegna, 189
Friuli-Venezia Giulia, 163
Molise, 159
Marche, 151
Abruzzo, 148
Basilicata, 113
Trentino, 105
Alto Adige, 90
Umbria, 69
Val d’Aosta, 32
Totale, 4965
Fonte: elaborazione Coldiretti sul censimento dei prodotti tradizionali Regioni 2016
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