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TANTA VOGLIA DI INVESTIRE, UNA BUONA DOSE DI FANTASIA, L’INNOVAZIONE COME FILO CONDUTTORE E LA FILIERA CORTA DELLA TOSCANA IN PRIMISSIMO PIANO: ECCO LA RICETTA DEI “PIF” - PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA, EDIZIONE 2012. 25 MILIONI PER L’AGRICOLTURA

Tanta voglia di investire, una buona dose di fantasia, l’innovazione come filo conduttore e la filiera corta della Toscana in primissimo piano: ecco la ricetta dei “Pif” - progetti integrati di filiera, edizione 2012, che raddoppiano in Toscana il successo della prima edizione. Sono 42 i progetti (contro i 21 del 2011) presentati da 3.334 aziende (agricole, agroalimentari, della trasformazione e della vendita) al secondo “Bando Multimisura per Progetti Integrati di Filiera - annualità 2012”, grazie al quale sono stati stanziati 25 milioni di euro. Meno della metà dei 56 milioni richiesti, segno che in Toscana c’è voglia e possibilità d’investire, un segnale che l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori ha tutta l’intenzione di ascoltare, cercando di aumentare di altri 5 milioni di euro il finanziamento da destinare ai “Pif”.

I 42 progetti saranno ora sottoposti al giudizio di una apposita Commissione di Valutazione, e le aziende che verranno ammesse avranno i contributi a fondo perduto: sono 800 le aziende che partecipano ai progetti in maniera diretta, effettuano gli investimenti e richiedono il contributo regionale, a cui se ne aggiungono altre 2.500 comunque coinvolte nella realizzazione del progetto, tutte mosse da una comune voglia di investire e di innovare anche nel segno della fantasia. Ad esempio, punta ad una zootecnia in funzione di una società multietnica il progetto che prevede la macellazione di ovini con il sistema “Halal” per i consumatori musulmani (capofila un’azienda di Castel S. Niccolò - (Ar), per un’idea che in totale coinvolge 127 aziende delle province di Siena, Grosseto e Pisa). L’ambiente e il risparmio energetico sono invece i capisaldi di una filiera tutta toscana della canapa per produrre materiali destinati alla bioedilizia (capofila un’azienda di Bientina (Pi) con 23 partecipanti fra aziende agricole e di lavorazione). Ancora: tipicità e innovazione, ma anche tanta fantasia, per il progetto che prevede di fare burro, stracchino e gelato prodotti in Maremma con latte di bufala (capofila una cooperativa agricola del grossetano con 33 partecipanti fra le aziende agricole e il Consorzio Latte Maremma). Ben due progetti puntano invece alla valorizzazione della filiera del pane toscano, in procinto di ottenere la Dop, mentre un altro si rivolge alla coltivazione di grani antichi con basso contenuto di glutine per ridurre i fenomeni di intolleranza (47 partecipanti fra le province di Arezzo, Grosseto, Siena, Firenze e Livorno). E ancora, c’è chi ha pensato all’utilizzo degli scarti dei frantoi nel settore farmaceutico per la produzione di cosmetici naturali.

Ma come saranno spesi i fondi? “Gli investimenti riguardano - spiega l’assessore regionale all’agricoltura -in primo luogo l’ammodernamento delle aziende agricole con 54 milioni e l’aumento del valore aggiunto dei prodotti agricoli, con quasi 52 milioni. Seguono la cooperazione per lo sviluppo dell’innovazione nel settore agricolo e forestale, con quasi 11 milioni, e la promozione dei prodotti di qualità con oltre 5 milioni di investimenti. Ancora 5 milioni di investimenti per tutte le altre misure, come la migliore valorizzazione economica delle foreste, l’aumento del valore aggiunto dei prodotti forestali, la diversificazione in attività non agricole relativamente alla produzione di energie da fonti rinnovabili, l’utilizzo di servizi di consulenza”. Ma uno degli aspetti più importanti, come spiega Salvadori, “è la capacità dei Pif di pensare ad una progettazione integrata, tra piattaforme logistiche, reti di impresa, progetti di valorizzazione della filiera corta, coinvolgendo le università, i centri di ricerca, le organizzazioni professionali e gli esperti nei vari settori dell’agroalimentare. Così si favoriscono i processi di riorganizzazione e consolidamento delle filiere agroindustriali regionali, presupposto fondamentale per la creazione di migliori relazioni di mercato. Gli accordi di filiera, sottoscritti grazie ai Pif, permettono di superare la frammentazione che caratterizza gran parte delle aziende toscane. In questa edizione abbiamo inserito anche una serie di novità, con nuovi settori, come appunto la filiera corta, le agrienergie, le castagne, i funghi e i piccoli frutti, e abbiamo previsto due riserve finanziarie specifiche proprio per i progetti relativi alla filiera corta e alla filiera olivo-oleicola. Infine abbiamo reso più snello il processo di presentazione e valutazione dei progetti stessi. Il successo, addirittura doppio rispetto alla precedente edizione, ci rende grandemente soddisfatti e ci dimostra che abbiamo colto le aspettative. Le aziende toscane - conclude l’assessore Salvadori - hanno accolto ancora una volta e con grande entusiasmo l’invito a fare squadra e hanno messo in campo grandi risorse e idee innovative. Questa è la forza della Toscana, sulla quale la Regione investe con convinzione, che ci porterà ad aumentare la competitività e migliorare ancora i prodotti da immettere sul mercato, ma anche più sicurezza sui luoghi di lavoro e sempre minore impatto ambientale”.

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