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Tante verdure, prese soprattutto dall’orto della Casa Bianca, per la tavola del presidente Usa Obama. I “segreti” della cucina più importante d’America svelati dalla chef che la guida, Cristeta Comerford, a “Io Donna” (“Corriere della Sera”)

Non Solo Vino
Cristeta Comerford, chef della Casa Bianca

In casa dell’uomo più potente d’America comanda una donna. Almeno in tavola, visti i segreti della cucina “salutista” e ricca di verdure dell’orto della Casa Bianca che costituisce gran parte della dieta del presidente Usa Barack Obama e della sua famiglia, confessati dalla sua chef Cristeta Comeford, in un’intervista al settimanale “Io Donna” (“Corriere della Sera).
Uno stile di cucina non solo in linea con le sue origini filippine, ma anche con i “dettami” della firts lady Michelle Obama, in prima linea nella lotta contro il junk food e a favore di una sana alimentazione in Usa, che ha voluto la creazione dell’orto e che ha confermato Cristeta (scelta già nel 2005 da Laura Bush, moglie del presidente George. W.) ai fornelli della cucina più importante d’America.
“La cucina della Casa Bianca, l’ospitalità a tavola in occasioni ufficiali, rappresenta la First Lady che è la padrona di casa a tutti gli effetti. Gli Usa sono un grande Paese e, specie nelle occasioni ufficiali, cerco sempre di rappresentare al meglio tanta varietà culinaria”, spiega la Comerford. Che aggiunge a “Io Donna”: “attingo molto dall’orto voluto proprio dalla signora Obama. Quindi, in questa stagione estiva, molti pomodori, cetrioli ma anche melanzane. E poi, ad ogni stagione, si cambia sempre assecondando la stagionalità dei cibi”. Tra i piatti che porta in tavola c’è anche “una sorta di ratatouille, uno dei miei piatti preferiti, perché è molto genuino, ricco di melanzane e altre verdure e in più ricorda la mia terra d’origine le Filippine dove abbiamo un piatto molto simile”. Cristeta, nei giorni scorsi, ha partecipato al pranzo organizzato al Refettorio Ambrosiano di Milano per i poveri del quartiere, insieme ad altri 20 colleghi.
“Cucinare al Refettorio - ha detto - è un’esperienza molto particolare e allo stesso tempo familiare. Perché la scelta del menu si fa come nelle nostre case: aprendo il frigorifero e vedendo cosa c’è a disposizione. Tutti, in famiglia, cerchiamo di recuperare gli avanzi, piuttosto che buttarli via. Qui al refettorio accade la stessa cosa, si lotta contro lo spreco”.
In team con un collega francese, ha cucinato “una sorta di caponata rivisitata. Alla Casa Bianca cerchiamo di proporre diverse cucine del mondo, e quella italiana non manca. Quindi conoscevo già il piatto, lo avevo già cucinato”.

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