Guerra al tartufo cinese e strenua difesa del “tuber magnatum” e del “melanosporum”, nomi scientifici dei pregiati tartufi bianco d’Alba, di Toscana e nero di Norcia. E in più, una misura destinata a fare del tartufo un prodotto alla portata di tutte le tasche: l’Iva, finora al 20%, sarà drasticamente ribassata al 4%, equiparando uno dei cibi più esclusivi a legumi, ortaggi e farine. La proposta è all’esame della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. La commissione dovrà però trovare il modo di far quadrare i conti: “la riduzione dell'aliquota dal 20% al 4% comporta per l’erario una perdita, e bisognerà trovare una copertura per ripianarla”, spiega Giacomo De Ghislanzoni Cardoli (Forza Italia), presidente della commissione. La riduzione dell’Iva non è la sola novità perché il provvedimento prevede anche un’etichetta “trasparente” per i prodotti a base di tartufo che dovranno avere una percentuale di tartufo non inferiore al 3%. Una misura che servirà a stroncare l’invalsa abitudine di sfruttare il nome del prodotto di “alto lignaggio” per sofisticazioni truffaldine.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024