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TECNOLOGIE “GREEN” NEI “CAMPI”? DAL 2008 AL 2010 RIDOTTO DEL 40% L’USO DI ENERGIA. TRA IL 2009 E IL 2011 IL 54,9% DELLE IMPRESE AGRICOLE HA RIDOTTO L’USO DI ACQUA E IL 22% DI FITOFARMACI. COSÌ IL RAPPORTO “AGREENCULTURE” BY SYMBOLA E COLDIRETTI

Non Solo Vino
Agricoltura italiana sempre più sostenibile

Con le tecnologie “green” nei “campi”, tra il 2009 e il 2011, il 54,9% delle imprese agricole ha dichiarato di aver ridotto l’utilizzo di energia ed acqua e il 22% di aver ridotto sensibilmente l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti. In due anni, dal 2008 al 2010, si è ridotta del 40% l’energia utilizzata per unità di prodotto e si sono ridotti di circa 9.000 tonnellate anche gli output di rifiuti e scarti di lavorazione. A dirlo è il rapporto sulle tecnologie agricole verdi “Agreenculture” di Fondazione Symbola e Coldiretti, presentato alla “Fiera della Meccanizzazione Agricola Italiana”, di scena a Savigliano (Cuneo) dal 15 al 17 marzo, che dimostra quanto le aziende agricole italiane stiano puntando sulle tecnologie verdi e i processi sostenibili.

Alla sua prima edizione, il Rapporto prende in esame tre categorie: sostenibilità processi produttivi, tecnologie per l’ambiente ed efficienza delle macchine agricole. Così come accade per tutto il comparto agricolo, il miglioramento della performance ambientale è diventato, infatti, un asset strategico anche per la produzione di macchine agricole, un settore nel quale l’Italia, con circa 2.000 imprese, vanta il primato europeo per numero di aziende e con oltre 31.000 addetti è seconda solo alla Germania per numero di lavoratori. Idem per il fatturato: 7,3 miliardi di euro contro i 7,6 della Germania e un valore aggiunto di 1,4 miliardi di euro. Ma in fatto di investimenti di settore l’Italia non conosce rivali in Europa: 226 milioni di euro a fronte dei 174 della Germania. E l’export vola, raggiungendo picchi di 3,8 miliardi di euro e traina il saldo della bilancia commerciale di settore. Per avere un’istantanea del comparto basta guardare ai numeri relativi alle trattrici, che rappresentano il dato più significativo della meccanizzazione agricola. Il fatturato dalla vendita di trattori agricoli italiani è passato da 1,9 miliardi di euro del 2010 ai 2,2 miliardi di euro del 2011; in aumento anche la produzione, cresciuta nello stesso biennio del 12% (da 61.040 a 67.954 unità). A trainare il mercato è soprattutto l’export: l’esportazione di trattrici nel 2011 ha visto un aumento del volume di affari pari al 10,63% rispetto al 2010, in termini economici un aumento del 14,32%. Ad oggi l’Italia esporta quasi la totalità della sua produzione di trattori agricoli: solo 14.512 trattori su 67.954 sono stati venduti in Italia nel 2011.

Oltre ai numeri, il rapporto racconta la storia di una decina di aziende della meccanizzazione agricola italiana che si sono distinte sul terreno delle innovazioni rispettose dell’ambiente (riduzione dei consumi energetici, ottimizzazione dell’uso delle risorse e delle materie prime, minor ricorso all’utilizzo dei prodotti chimici e da un minor impatto sui terreni). Hanno ricevuto la menzione del Rapporto “Agreenculture” le aziende: Ricca Andrea, specializzata nella gestione delle risorse forestali e premiata nella sezione sostenibilità processi produttivi, Caffini Sprayers Equipment, qualificata nella protezione delle colture menzionata nella sezione tecnologie per l’ambiente, Merlo, produttore di trattrici e menzionato nella sezione efficienza delle macchine agricole, Maschio che produce fresatrici zappatrici erpicirotanti, menzionata per la sostenibilità dei processi produttivi. Le menzioni del rapporto proseguono con AgriArt, specializzata in agricoltura di precisione e menzionata nella sezione tecnologia per l’ambiente, Fradent, l’azienda di produzioni industriali e menzionata per la sostenibilità dei processi produttivi, Chn che produce trattori ad alta efficienza ed per l’efficienza delle macchine agricole.

“I primati qualitativi dell’agricoltura made in Italy - sottolinea Albano Agabiti della Coldiretti - sono resi possibili dall’elevata tecnologia dei processi produttivi, ivi compresi quelli della meccanizzazione agricola che garantiscono alimenti di pregio per le nostre tavole e che ci fanno ottenere straordinari risultati nell’export. L’elevata tecnologia - conclude Agabiti - è anche alla base della diversificazione delle nostre produzioni, del rispetto ambientale, dell’utilizzo sapiente delle risorse naturali, prima tra tutte l’acqua e della salvaguardia del territorio e del paesaggio”. Nel 2012 l’export di cibo e bevande made in Italy è cresciuto del 6%, con un valore record di 31,8 miliardi di euro (analisi Coldiretti-Symbola). L’agricoltura italiana sembra non sentire la crisi, con i suoi 249 prodotti tipici, oltre 1 milione di ettari condotti con metodo biologico e la capacità di coniugare tradizione e innovazione, occupazione giovanile e creatività femminile. È anche il settore che nel 2012 ha fatto registrare il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti (+3,6%): 1 lavoratore dipendente su 4 assunti in agricoltura ha meno di 40 anni e sono ben 57.000 le imprese condotte da under 35, secondo la Coldiretti. Per quanto riguarda la presenza femminile, quasi 1 azienda su 3 è condotta da una donna.

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