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TEMPI DURI PER GLI AGRITURISMI: LE PRESENZE CALANO DELL’8% NEL 2011, SALGONO I COSTI GESTIONALI E, ADESSO, ARRIVA L’IMU, CHE GRAVERA’ PER QUASI 2.000 EURO AD AZIENDA. “UN COLPO MORTALE PER LE AZIENDE DEL SETTORE”, SECONDO TURISMO VERDE-CIA

Tempi duri per gli agriturismi: le presenze calano dell’8% nel 2011, salgono i costi gestionali e, adesso, arriva l’Imu, che graverà per quasi 2.000 euro ad azienda. “La misura - dice la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - contenuta nella manovra rischia di dare un colpo mortale all’agricoltura e alle attività connesse come l’ospitalità in campagna”. L’Istat non ha fatto in tempo ad attestare la buona salute del settore, al top nel 2010, quando l’aumento dell’ospitalità è stata del 5% sul 2009 e un numero di aziende in crescita, vicino alle 20.000 unità, che i primi dati 29012, sul 2011, mettono in evidenza le difficoltà di un settore che, più di altri, paga lo scotto di una crisi che ha ridotto spostamenti, viaggi e villeggiature. Ed ora il futuro si fa ancora più cupo: la manovra del Governo, attraverso la tassazione degli edifici rurali (Imu), taglierà fino al 20% il reddito degli agriturismi, con un aggravio di costi vicino ai 2.000 euro per ogni azienda.
Questo vuol dire che nel corso del 2012 moltissime aziende, già oberate dai costi di gestione e costrette a fare i conti con il calo costante di pernottamenti e prenotazioni - spiega Turismo Verde/Cia - saranno costrette a chiudere i battenti, non potendo assolutamente sostenere una tassazione così elevata. Non è possibile - prosegue l’associazione - chiedere al settore un sacrificio del genere, c’è bisogno di correggere al più presto il tiro, anche se la fiducia comincia a mancare, visto che si è persa anche l’occasione del Milleproroghe.
Ma gli agricoltori non possono pagare l’Imu per i terreni, poi per i fabbricati rurali e poi anche per i beni strumentali all'attività agricola. È una follia che va a colpire non solo “la dispensa” del Paese, ma anche tutte le attività connesse come l’agriturismo. Una tipologia di ospitalità “ecocompatibile” che ha cambiato il modo di intendere la vacanza e che, soprattutto tra i giovani, riscuote molto successo. Va ricordato infatti, conclude Turismo Verde-Cia, che l’agriturista “tipo” ha un’età media compresa tra i 30 e i 45 anni, ama la natura e ha a cuore le tematiche ambientali e sociali, ma è anche un buongustaio sempre alla ricerca di piatti tipici locali e con una propensione forte verso il biologico. Più in generale, secondo una recente indagine della Cia, la scelta di fare le vacanze in agriturismo è dettata principalmente dal desiderio di stare a contatto con la natura (48%), di riposarsi in assoluto relax e tranquillità (23%), di gustare la cucina tradizionale e le specialità enogastronomiche locali (19%), di avere vicino luoghi che hanno attrattive culturali o religiose (10%).
In più, dall’indagine viene fuori che la scelta agrituristica ha un altro dei suoi punti di forza nell’accoglienza “familiare” dell’azienda, che è preferita al rapporto impersonale tipico degli alberghi.

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