Cresce l’interesse per la grappa, uno dei simboli del made in Italy: secondo il rapporto AssoDistil, il consumo coinvolge il 30% della popolazione tra i 18 e i 65 anni. Di questi, il 46% preferisce gustarla fuori casa, al ristorante (30%) o nei locali (16%), ma soprattuto assaporarla in compagnia (88%), in particolare con gli amici (49%). E se i consumatori del Belpaese si orientano sempre più su prodotti premium e invecchiati, l’export vola a 60 milioni di euro di valore, con una crescita del 32%, tra il 2019 e il 2022. Il mercato tedesco vale da solo il 54% delle esportazioni complessive, e performance interessanti provengono anche dagli Stati Uniti - con una crescita in valore rispetto al pre-pandemia pari al + 39% - e dal Giappone, che nello stesso periodo realizza un +40%.
“L’Italia sta riscrivendo negli ultimi 10 anni le leggi del consumo di distillato - afferma l’esperto Claudio Riva, fondatore e presidente Whisky Club Italia (tra i più grandi d’Europa con 26.000 iscritti) - per la prima volta nella nostra storia sempre più persone si appassionano alla grappa e sempre più manifestazioni vedono protagonista il distillato. Anche se con qualche ritardo, la grappa si è oggi guadagnata un posto sul treno della premiumizzazione che ha contraddistinto il mercato degli spirits da oltre un decennio. I consumatori cercano prodotti italiani di qualità e di prezzo superiore e la grappa è nella condizione di avere ancora tante carte da giocare. Le rivoluzioni più interessanti a cui abbiamo assistito all’interno del settore, in linea con il trend generale, sono una crescente conoscenza del prodotto e delle tecniche di degustazione, un veloce abbassamento dell’età media del consumatore, che dai 46 anni iniziali è sceso, post-pandemia, sotto i 30 e la crescita della presenza femminile che, dall’iniziale 8%, ha oggi superato il 25% di iscritti. Se guardiamo agli scenari produttivi, inoltre, si nota che distillatori offrono grappe sempre più legate alla tradizione e, per la prima volta dopo oltre un secolo, hanno avviato nuovi impianti. In futuro, potremo assaggiare sempre più grappe invecchiate, con invecchiamenti diversificati che possano attingere all'immenso patrimonio di botti italiane di vino, e godere di un maggiore legame con il territorio, un aspetto in cui le grappe bianche devono ancora esprimere tutto il loro potenziale”.
Proprio il fondatore e presidente Whisky Club Italia, Claudio Riva ha stilato, per Grappa Libarna (brand di Gruppo Montenegro), un vademecum per conoscerla e degustarla al meglio. Innanzitutto occorre scegliere il bicchiere giusto: a tulipano per degustare grappe bianche secche e più ampio se la grappa è aromatica o invecchiata. Poi non si deve avvicinare troppo il naso al calice: la grappa è sempre un distillato di carattere, per cui si possono cogliere maggiori sfumature se il bicchiere è inizialmente tenuto a livello del mento o del labbro inferiore. Il terzo suggerimento è di assaggiare piccoli sorsi e farli roteare in bocca per qualche secondo. Prima è bene rigirare il liquido nel bicchiere molto lentamente, tenendolo quasi in orizzontale. Infine, si possono sperimentare nuovi pairing, perché ormai la grappa è un distillato a tutto pasto, dall’aperitivo al dolce. Le grappe aromatiche, essendo piacevolmente caratterizzate da un preciso aroma fruttato o floreale, potranno sposarsi con un piatto che vede già un naturale abbinamento con quel frutto o quel fiore, mentre le grappe invecchiate, tradizionalmente abbinate con i dolci, soprattutto se a base di cioccolato, sapranno stupirci con abbinamenti insoliti a base di manzo e formaggio di malga.
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