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TOGLIETECI TUTTO, MA NON LO SFIZIO DI UNA BUONA BOTTIGLIA: IN TEMPO DI CRISI GLI ITALIANI TAGLIANO SU MOLTE SPESE, MA IL VINO RESTA UN “PICCOLO PIACERE” AL QUALE NON SI RINUNCIA. SI FA STRADA IL “WINE SHARING” …

Italia
Toglieteci tutto, ma non lo sfizio di una buona bottiglia di vino

Sono disposti a rinunciare all’automobile nuova, ai viaggi all’estero, al cinema e al teatro, agli accessori griffati: ma non chiedete agli amanti del buon bere di rinunciare ogni tanto ad una buona bottiglia di vino. In tempo di crisi gli italiani tagliano su molte spese superflue, ma il vino resta un “piccolo piacere” accessibile a tutti, per gratificarsi e coccolarsi senza troppi sensi di colpa: una tendenza registrata da Vinitaly, a Verona dal 2 al 6 aprile, l’evento di riferimento dell’enologia italiana.

La crisi sta producendo un significativo mutamento nello stile dei consumi, e se a farne le spese sono soprattutto i beni voluttuari, il vino, anche per il suo prezzo relativamente basso, rimane una delle gratificazioni alla portata di tutte le tasche. Si fa strada il “wine sharing”, ovvero la condivisione del vino: una bottiglia di qualità, se bevuta a casa - senza il ricarico praticato dal ristorante - e acquistata collettivamente da un gruppo di amici, rappresenta uno “sgarro” ancora praticabile.
Intanto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna si diffonde anche da noi l’effetto thrift, ovvero la cosiddetta “tendenza frugalità”: il nuovo lusso sono il tempo e la qualità della vita. Le spese superflue sono centellinate e ridotte all’osso, si rinuncia ad orpelli e gadget inutili, scegliendo con estrema attenzione vizi e gratificazioni da concedersi: ed il vino è senz’altro una delle più gettonate. Un piccolo lusso da concedersi di tanto in tanto, tagliando magari su altre spese voluttuarie, come la colazione al bar o la cena fuori. Nella congiuntura economica negativa, sempre più persone tendono a concedersi l’eccezionalità del quotidiano, ovvero piccole gratificazioni giornaliere, regalate magari da un bicchiere di buon vino.

Preoccupati per la crisi economica, stressati dal lavoro, stanchi per le frenetiche attività quotidiane, gli italiani si rilassano nel privato: risparmiano su svaghi e uscite (secondo l’Istat nel 2008 un terzo della popolazione non è andata né al cinema, né a teatro) e si concentrano sulla dimensione intima della famiglia e delle amicizie. Fanno attenzione a quello che mettono in tavola, vanno a fare la spesa con più oculatezza, e magari non bevono vino tutti i giorni: ma quando lo fanno, preferiscono trattarsi bene e scegliere etichette di qualità: non necessariamente vini griffati o iper-costosi, ma comunque di buon livello qualitativo.

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