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TOLLERANZA ZERO PER LA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE: PER UN ITALIANO SU TRE I REATI DERIVANTI DALLA VENDITA DI CIBI “TAROCCATI” MERITANO L’ARRESTO, E PER GLI ALTRI DUE LA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITA’. A DIRLO UN’INDAGINE COLDIRETTI-IXE’

Non passa festa comandata che i media nazionali non ci informino dell’ultimo maxi-sequestro di cibi fasulli, scaduti, avariati o alterati, e gli italiani, a quanto emerge da un’indagine congiunta di Coldiretti e Ixe’, ne hanno decisamente avuto abbastanza. Anche perché la crisi che perseguita il paese (e il mondo occidentale) da ormai sei anni ha causato un ulteriore aumento di questo tipo di truffe, e allora per un italiano su tre violazioni della legge di questo tipo meriterebbero l’arresto, mentre per i rimanenti due terzi del campione “solamente” l’interruzione dell’attività. A differenza di quanto avviene per altri tipi di prodotti “taroccati”, come ad esempio quelli di abbigliamento, i prodotti alimentari manipolati vengono in massima parte venduti come genuini, e secondo i dati di Coldiretti quasi un italiano su cinque - il 18% - ha subito una truffa di questo tipo nel corso del 2013.
Truffe che la crisi sta rendendo sempre più frequenti: nei primi nove mesi dell’anno sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro, spesso legati alle basi nutrizionali dell’alimentazione nazionale, come la carne (24%), farine, pane e pasta (16%), latte e derivati (9%), vino ed alcolici (8%). Ma anche in misura rilevante alla ristorazione (20%), dove per risparmiare si è diffuso l’utilizzo di ingredienti “low cost”, secondo le elaborazioni di Coldiretti sui dati dei Carabinieri dei Nas. Secondo Coldiretti dal 2007, anno di inizio della crisi, si è verificato un aumento del 170% del valore dei cibi e bevande sequestrate.

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