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TORNANO A CRESCERE I CONSUMI DI PANE. LO DICE LA COLDIRETTI

Il pane e i prodotti della panetteria invertono la tendenza e tornano sulle tavole degli italiani facendo segnare un aumento nei consumi dopo la riduzione del 25 per cento registrata sul 2000. Lo afferma la Coldiretti sulla base delle rilevazioni Ismea AcNielsen su dati Istat sul commercio al dettaglio, nel sottolineare che si è verificata una ripresa degli acquisti delle famiglie italiane dell’uno per cento nel corso del 2005 quando sono state consumate complessivamente 1,2 milioni di tonnellate di pane, cracker, panetti, grissini & company per una spesa di 2,86 miliardi di euro.
Il pane - precisa la Coldiretti - rappresenta da solo l’88 per cento in quantità e l’83 per cento in valore del totale degli acquisti familiari di prodotti della panetteria ed è tra questi quello con il prezzo di vendita inferiore, stimato attorno ai 2,3 euro al chilo, ma con una disponibilità a spendere cifre superiori per quelli con “vocazione” territoriale. Ed è proprio il boom dei pani tradizionali a contribuire all’aumento dei consumi con la riscoperta di ricette, metodi di preparazione e ingredienti del territorio con la moltiplicazione della domanda di pani identificati nel nome dal luogo di provenienza: da Lariano a Terni, da San Gaudenzio a Laterza, da Pontremoli a Borgopace. Secondo una indagine della Coldiretti, svolta sulla base dell’albo nazionale dei prodotti tradizionali censiti dalle regioni, ci sono ben 44 prodotti, ottenuti secondo “tecniche” rimaste inalterate nel tempo, in cui al nome pane è aggiunta la specifica del luogo di origine. E crescono peraltro i riconoscimenti a livello nazionale e comunitario, dove sono state già protette dalle imitazioni la coppia ferrarese Igp, il pane casereccio di Genzano Igp e il pane di Altamura Dop e a breve anche il pane di Matera Igp.
E per valorizzare il pane fresco italiano in Parlamento nella scorsa legislatura - continua la Coldiretti - sono state addirittura unificate sei proposte di legge in un testo "bipartisan" che si pone l'obiettivo di identificarlo tutelando sia un patrimonio di tradizioni produttive legate alla cucina mediterranea sia gli stessi consumatori, rassicurati circa la genuinità e il rispetto di particolari tecniche artigianali. Una necessità che - conclude la Coldiretti - deve essere accompagnata con l'obbligo di indicare la provenienza del grano impiegato per produrre la farina destinata alla panificazione, al fine di assicurare l'origine nazionale del prodotto.

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