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TORNARE ALLA SFUSO … LO AUSPICA LA COLDIRETTI. QUANDO COSTA PIÙ L’IMBALLAGGIO DEL PRODOTTO: “RISPARMI FINO AL 60 % CON LE NUOVE TECNOLOGIE PER ACQUISTARE IL PRODOTTO SFUSO”

È possibile tagliare i prezzi della spesa fino al 60% acquistando cibi e bevande sfusi resi disponibili grazie alle nuove tecnologie, che consentono la conservazione e la distribuzione naturale degli alimenti. Lo auspica la Coldiretti nell’apertura del Salone “Packaging zero” sul costo ambientale ed economico degli imballaggi nella spesa con l’esposizione di innovazioni per salvare tasche e ambiente, nel Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio.

Oltre la metà dello spazio della pattumiera nelle case è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. L’agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, che si moltiplicano anche per effetto delle strategie di marketing che puntano molto sulle confezioni per favorire le vendite, e a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose. Gli imballaggi gettati nella spazzatura sono aumentati dal 2000 ad oggi di oltre un milione di tonnellate (+9%), anche se è cresciuta oltre il 66% la percentuale di riciclaggio.

Oltre all’impatto ambientale, l’imballaggio ha una incidenza notevole sui prezzi, sia in quanto componente sempre più rilevante del costo del prodotto sia per il fatto che aumenta il peso da trasportare. Nell’alimentare spesso il costo dell’imballaggio supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove la confezione incide per il 26% sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10%.

“Gli imballaggi - continua la Coldiretti - pesano dunque sulle tasche e sull’ambiente, ma è possibile abbatterne la diffusione grazie a nuove tecnologie distributive che si stanno diffondendo nei supermercati e nelle piazze anche per sostenere le vendite dirette effettuate dagli agricoltori. L’ultimo arrivato è il “distributore di spremute fai da te”, che consente di prepararsi da soli la spremuta fresca riempiendo una bottiglia riciclabile prima di passare alla cassa e che può essere installato in mercati, negozi o supermercati. Uno strumento che potrebbe replicare il successo dei distributori di latte crudo direttamente dalla stalla che sono presenti a centinaia dove la differenza di prezzo è del 60% sul latte fresco normalmente venduto confezionato, con anche il vantaggio di riutilizzare il contenitore impiegato senza dover gettare nell’immondizia le 57 bottiglie di latte all’anno che consuma in media ogni italiano nell’anno. Differenze di prezzo rilevanti si riscontrano anche con i nuovi dispenser che consentono di acquistare come pasta (-34%), riso (-49%), ceci (-11%), fagioli borlotti (-12%) o noci sgusciate (- 23%).

Ma una riduzione dei rifiuti prodotti ogni anno - conclude la Coldiretti - può venire anche dall’adozione di comportamenti di acquisto più consapevoli al momento di fare la spesa. Si puo’ arrivare a ridurre di oltre due chili a settimana i rifiuti prodotti in famiglia utilizzando, ad esempio, buste della spesa riutilizzabili (140 grammi di plastica in meno), con il ragù fatto in casa (500 grammi di vetro e metallo in meno), acquistando l’insalata fresca anziché confezionata (80 grammi di plastica in meno) o i legumi al mercato anziché quelli in scatola (220 grammi in meno).

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