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NON SOLO VINO

Tra arte e agricoltura, Grosseto in corsa come “Capitale italiana della cultura” 2024

Il capolouogo basa la candidatura sulla valorizzazione del suo modello agrolimentare in armonia con la filiera artistica-culturale della #Maremma

“Ambiente unico e incontaminato, perfetto binomio tra cultura e salute, filiera ambiente-agricoltura-benessere propensa all’innovazione, sviluppo di un turismo di qualità basato su un’ampia offerta culturale e storica”: ecco gli ingredienti vincenti che hanno fatto arrivare in finale Grosseto tra le 10 città per l’edizione 2024 della Capitale italiana della cultura, insieme ad Ascoli Piceno, Chioggia (Venezia), Mesagne (Brescia), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio, Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca), Vicenza. Il verdetto finale è atteso entro il 29 marzo.
Il capoluogo maremmano, con questa candidatura, vuole essere portavoce del modello agroalimentare nazionale per la valorizzazione del settore e diventare esempio di sviluppo culturale sostenibile soprattutto attraverso l’incontro tra uomo e natura. Non è un caso che negli ultimi anni il suo territorio, grazie anche a numerosi investimenti, ha visto crescere e imporsi sul mercato nazionale, molti dei suoi vini. Tra le Denominazioni grossetane la “Maremma Toscana” si distingue sicuramente per superficie occupata e per quantità prodotta, mentre il “re” delle Docg è il Morellino di Scansano, seconda produzione in assoluto per tipologia, per citarne alcune.
Una candidatura, quella di Grosseto, non solo della città ma della cultura agricola. Che sarà approfondita il 23 febbraio (ore 11) a Roma, a Palazzo Della Valle , nella conferenza organizzata da Confagricoltura, con gli interventi del Sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, del Sottosegretario alle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, e del presidente dell’organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti.

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