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TRA CHEF STELLATI E PASTORI, È PASQUA DI TRADIZIONE: LO DICONO I 110 TOP CHEF INTERVISTATI DAL “POLLI COOCKING LAB” MA ANCHE LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE E DEL COMMERCIO, CON I NUMERI SUI CONSUMI DI PRODOTTI TIPICI, IN CASA E AL RISTORANTE ...

Non c’è niente da fare: nelle feste comandate, in tavola, vince sempre la tradizione. E così come a Natale 2011, anche a Pasqua il menu sarà all’insegna della cucina tradizionale per il 71% dei 110 cuochi stellati del Belpaese intervistati da “Polli Coocking Lab”, per i quali a farla da padrone saranno uova (ogni italiano ne consuma 206 in un anno, 2 miliardi al giorno nel mondo), agnello, carciofi e colomba (69%), pasta fatta in casa (43%), ragù di carne (39%) e verdure di stagione (45%). Ma cosa rappresenta il pranzo di Pasqua? Per gli chef è un momento così importante per gli italiani perché permette di riassaporare i prodotti tipici del periodo (69%), é l’occasione giusta per mangiare fuori con amici e parenti (41%) e per riscoprire le specialità locali (59%). In pochi (9%) punteranno sull’innovazione, sperimentando ricette da avanguardia culinaria a tutti i costi. Con cosa si brinderà? Secondo gli chef stravinceranno i vini tipici del Belpaese come l’Amarone (51%), il Moscato (46%), il Barolo (37%) e si consumeranno meno Champagne (20%) e superalcolici (13%). Certo è che il periodo economico non aiuta, e anche se molti ristoratori non cambieranno i prezzi (24%), saranno meno del 2011 gli italiani che festeggeranno Pasqua o Pasquetta al ristorante, 6,5 milioni, che spenderanno, nel complesso 272 milioni di euro, per una media di 40 euro a testa. Ma che sia a casa, al ristorante o in agriturismo, in un piatto su tre sarà servita carne di agnello, con la Pasqua che, tra gusto e tradizione, è sempre più un momento dal quale “dipende il futuro della pastorizia in Italia, dove è scomparso quasi 1 gregge di pecore su 3 negli ultimi 10 anni, con molte preoccupazioni per il futuro dei 70.000 allevamenti rimasti. Le festività pasquali rappresentano, dunque, l’occasione - sottolinea la Coldiretti - per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l’abbacchio alla scottadito) e consentire la sopravvivenza di un mestiere antico”. E per chi festeggerà a casa (8 italiani su 10 secondo Cia - Confederazione Italiana Agricoltori), la spesa sarà di 27 euro a persona, per 1,6 miliardi di euro in totale, con i menu vegetariani che si fanno largo sulla tavola.

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