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ANALISI

Tra demografia e prezzi, il mercato del vino in Usa nel report Ice New York

Il vino italiano cresce nel 2021 (+ 20%), e vale il 33,18% delle importazioni (dietro la Francia). La produzione interna vale 51,2 miliardi di dollari
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Il mercato Usa by Ice New York

333 milioni di abitanti, di cui 253 sopra i 21 anni, l’età minima, per legge, a cui è consentito bere alcolici, che compongono un Paese multietnico e multiculturale, dove i latini rappresentano il 24%, gli asiatici il 14%, gli afroamericani il 13% e gli italoamericani il 5%, concentrati in Stati chiave come California, Texas, Florida, New York, Pennsylvania, Illinois, Ohio, Georgia e North Carolina, dove abitano più di 10 milioni di persone, specie nelle grandi città, da New York a Los Angeles, da Chicago a Houston, da Philadelphia a Phoenix: parte dalla demografia il report realizzato da Ice New York per i produttori italiani “Il mercato del vino negli Usa”. In questo senso, il 59% dei consumatori di vino fermo sono bianchi, il 18% ispanici, l’11% afroamericani e il 6% asiatici, per una spesa media di 8,31 dollari a bottiglia (dati Iwsr - Us Beverage Alcohol Review”. Diverso il quadro quando si parla di sparkling, con il 60% dei consumatori bianchi, il 16% afroamericani, il 12% ispanici ed il 6% asiatici, ed un prezzo medio a bottiglia di 14,03 dollari a bottiglia.
Ma quanto vale il mercato del vino, nel suo complesso, negli Stati Uniti? Nel 2020 67,3 miliardi di dollari, di cui 51,2 miliardi dalle produzioni nazionali, e 16,1 miliardi dal vino importato. In tutto il Paese il settore enoico conta 11.053 aziende, di cui 4.763 (pari al 43%) sono in California
, 850 in Oregon (8%), 845 a Washington (8%), 470 in Texas (4%), 433 a New York (4%), 355 in Pennsylvania (3%), 311 in Virginia (3%), 303 in Ohio (3%), 224 in Michigan (2%), 189 in North Carolina (2%), 160 in Missouri (1%), 157 in Colorado (1%). E il dominio della California è ancora più evidente se si leggono i numeri della produzione, con l’87% del vino Usa che arriva da qui (278 milioni di casse da 12 bottiglie, ossia 3,336 miliardi di bottiglie), il 5% dallo Stato di Washington (174 milioni di bottiglie) e il 3% dall’Oregon (56,4 milioni di bottiglie). Sorprende la grandezza media delle cantine americane, perché solo l’1% produce più di 6 milioni di bottiglie, il 2% tra 600.000 e 6 milioni, il 16% tra 60.000 e 600.000 bottiglie, il 34% tra 12.000 e 60.000 bottiglie, e addirittura il 47% meno di 12.000 bottiglie. Il 32% delle aziende spunta un prezzo medio compreso tra 20 e 30 dollari a bottiglia, il 30% tra 11 e 20 dollari, il 17% tra 30 e 40 dollari, il 13% tra 40 e 60 dollari a bottiglia, il 5% tra 60 e 100 dollari, il 2% sopra i 100 dollari e l’1% sotto gli 11 dollari a bottiglia.
Il vino italiano, nel 2020, ha fatturato 1,92 miliardi di dollari, di cui 657,1 milioni di dollari di vini bianchi, 622,5 milioni di dollari di vini rossi, 451,5 milioni di dollari di spumanti e 28,8 milioni di dollari di vini rosati. Nel 2021 le cose stanno andando ancora meglio; nei primi nove mesi dell’anno le importazioni hanno toccato già quota 1,73 miliardi di dollari (+20%), con i vini bianchi a 560 milioni di dollari (+12%), i vini rossi a 515 milioni di dollari (+12,7%), i vini spumanti a 438 milioni di dollari (+39,5%) e i vini rosati a 35,5 milioni di dollari (+56%). Nonostante la crescita imperiosa di questi mesi, però, la quota che il vino italiano rappresenta sul totale delle importazioni Usa è destinata a scendere al 33,18%, dal 34,28% del 2020, con la Francia che, liberatasi dalla zavorra delle tariffe volute da Trump, si riprende lo scettro di primo esportatore, con una quota del 35,83%, mentre la Spagna è ancora lontanissima, al 5,87%.

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