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TRADIZIONALISTI O INNOVATORI? TESTA A TESTA TRA GLI ITALIANI CHE A PASQUA NON RINUNCIANO A AGNELLO E COLOMBA E QUELLI CHE DEGUSTANO CUCINA ETNICA. TUTTI D’ACCORDO SU UN PUNTO: SI VA AL RISTORANTE!NELLE FESTE ANCORA PIU' TURISTI NEGLI AGRITURISMI ...

“Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi”, recita un antico proverbio e sembra che il Bel Paese lo stia prendendo alla lettera: sono 5 i milioni di italiani che, secondo un’indagine compiuta da Fipe-Confcommercio, hanno scelto di fare il pranzo di Pasqua al ristorante mettendo a riposo le volenterose cuoche di casa.
Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe, commenta così il dato rilevato: “Le persone stanno lentamente riscoprendo il piacere di trascorrere le feste fuori casa, confermando come il cibo non sia soltanto nutrimento, ma anche simbolo di socializzazione”. Tuttavia, a casa o fuori, ciò che non avremmo creduto opinabile era il menù: tradizionalisti convinti, per noi banchetto pasquale faceva rima con agnello e colomba, ma abbiamo dovuto ricrederci.
Secondo un sondaggio, condotto da “Casa Alice” su 50 chef italiani, il trend della Pasqua 2007 si chiama menù multietnico. Una buona percentuale di italiani degusterà pollo ripieno tipico del Capodanno islamico e montone trattato con metodo kosher legato alla festa del Grande Sacrificio conditi da cous cous o guacamole. Il dessert? Il makrut, un dolce alle mandorle affogate nel miele.
Si erge ad ultimo baluardo della classica cucina pasquale la città di Napoli: “Inammissibile una Pasqua senza il capretto, la pastiera e il casatiello” commenta Alfonso Iaccarino, lo chef di Sant’Agata sui Due Golfi.
Tradizionalisti o innovatori, comunque, è l’uovo il grande protagonista del giorno della Resurrezione: il 38% degli intervistati non rinuncerebbe per nulla al mondo all’uovo sodo e il 12% all’uovo di cioccolato.
Gli italiani legati alla tradizione che preferiscono rimanere a casa si tratteranno con i guanti bianchi: prodotti ricercati e ordinati su internet, lo sostiene una ricerca condotta dall’azienda gastronomica on line Esperya. Il menù d’elezione? Capretto proveniente dall’Abruzzo, ravioli al caprino e cioccolato aromatizzato al peperoncino e perché no? Al pistacchio di Bronte.

La curiosità - Pasqua: in agriturismo aumento del 30%
Aumentano del 30% (sul 2006) le presenze in agriturismo dove nelle vacanze di Pasqua si stima troveranno ospitalità per l’alloggio 150.000 agrituristi con oltre 900.000 pasti serviti e un giro d’affari di 50 milioni di euro. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che la primavera anticipata e le previsioni del tempo favorevoli hanno determinato un forte aumento della domanda per la vacanza in campagna confermata anche dalle stime di Federalberghi. Ad affollare gli agriturismi per il classico pranzo di Pasqua, preparato nel pieno rispetto delle tradizioni, saranno soprattutto i gruppi familiari, mentre per il giorno di Pasquetta si registrerà il pienone di ragazzi che, sempre più spesso, scelgono l’agriturismo come valida alternativa al solito pic-nic fuori porta (info: www.terranostra.it, che seleziona di 1.500 agriturismi, attraverso un motore di ricerca per tipo di ospitalità, collocazione geografica, prezzo e servizi offerti, compreso il benvenuto agli animali). Le previsioni per la Pasqua confermano un trend di crescita che ha portato nel 2006 ad un bilancio positivo delle presenze con oltre tre milioni di ospiti e - conclude la Coldiretti - un fatturato complessivo pari a 900 milioni di euro (+12%) realizzato nei 15.000 agriturismi nazionali.

La comunicazione - Coldiretti: Pasqua da 1 milione di italiani all’estero 700.000 tonnellate di Co2
Il milione di italiani che ha deciso di trascorrere la Pasqua all’estero emetterà oltre 700mila tonnellate di CO2 a effetto serra per raggiungere con l’aereo l’ambita meta. Lo stima la Coldiretti che ha elaborato il bilancio energetico delle vacanze “esotiche” al fine di valutarne l’impatto ambientale in occasione della Conferenza dei 2500 esperti da 124 Paesi che a Bruxelles porterà all’adozione del “Rapporto intergovernativo sul cambiamento climatico” dell’Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu.
Secondo le stime elaborate da Federalberghi, saranno infatti un milione gli italiani che lasceranno l’Italia per recarsi in maggioranza (47,6 per cento) verso mari raggiungibili solo volando ma anche nelle principali capitali europee (38,8 per cento) viaggiando soprattutto in aereo, per il tempo limitato a disposizione. Una scelta che ha un indiscutibile costo ambientale come dimostra il fatto che per arrivare nelle Maldive (tra le mete preferite) partendo da Roma si percorrono quasi 15mila chilometri liberando 1,6 tonnellate di CO2 per persona, mentre - continua la Coldiretti - per recarsi a Parigi da Milano la produzione è di 200 chili di CO2 per un tragitto di 1300 chilometri. Per rendere più sostenibile il viaggio all’estero per lunghe distanze con l’aereo, alcune compagnie - continua la Coldiretti - hanno attivato dei servizi con l’obiettivo di ripagare l’ambiente per le emissioni di CO2 del proprio viaggio attraverso un piccolo contributo extra, su base volontaria, a sostegno di progetti di tutela ambientale. Esistono tuttavia tante possibilità per “rimborsare” le emissioni di gas serra del proprio viaggio a partire dall’adozione di semplici precauzioni per il risparmio energetico.
La prima analisi sugli stili a “impatto zero” per dimostrare quanto i comportamenti quotidiani contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento per contrastare i cambiamenti climatici, sarà presentata il 12 aprile in Camera di Commercio di Venezia nel Forum Internazionale “Territorio e Clima: prospettive e soluzioni per l’energia del futuro”.

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