Tradizione contadina, rinnovata dai vignaioli naturali, gli Orange Wine debuttano in un Salone

Sono considerati una novità, almeno dal pubblico dei wine lovers ai quali sembrano piacere, e non poco, ma la loro tradizione affonda le radici nel mondo contadino, sparita o quasi con l’avvento di nuovi macchinari di cantina, e consiste nel far diventare il mosto vino a contatto con le bucce delle uve, e facendo sì che le sostanze contenute in queste si trasferiscano al vino donando colori e soprattutto sapori nuovi. Insomma una classica vinificazione in rosso fatta però sui vini bianchi. Una patrica riportata alla ribalta dai vignaioli naturali, che oggi tornano a proporre tra le proprie etichette i vini bianchi macerati: sono gli Orange Wine, prodotti da uve da agricoltura pulita, biologica o biodinamica, per il semplice fatto che tutto quello che è sulle bucce si ritrova in vini complicati al primo approccio ma ricchi di profumi e sapori, adatti a medi lunghi invecchiamenti, soprattutto quelli nati da lunghe macerazioni, e ad accompagnare cucine tradizionali ma anche particolari come quelle etniche. Una nicchia sempre più ampia cui ora è dedicato anche il primo Salone: “Orange Wine - il nuovo colore del bianco”, edizione n. 1 targata Sorgentedelvino, di scena alla Rocca Anguissola Scotti Gonzaga di Agazzano, sulle colline piacentine (9-10 dicembre), con 50 vignaioli naturali in arrivo da tutta Italia e non solo.
Per testare con il proprio palato la capacità degli Orange Wine di accompagnare il cibo in tavola, dall’8 dicembre, i ristoranti del territorio propongono abbinamenti ad hoc. Sempre l’8 dicembre, il ristorante Villa Maiano di Podenzano fa da sfondo ad una cena con degustazione di vini macerati del Sud Italia: Sicilia, Basilicata, Puglia, Calabria e Campania. In programma anche la presentazione del primo volume sui vini bianchi macerati, Amber Revolution, con l’autore Simon Wolf, il 9 dicembre al Ristorante Palazzo dei Camini di Agazzano.