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TREND & AGRICOLTURA - ANTICHI MESTIERI ALLA RISCOSSA: IL FASCINO DELLE API CONQUISTA SEMPRE PIÚ GIOVANI, ATTRATTI DAL CONTATTO CON LA NATURA E DAL DESIDERIO DI CIBO SANO. ECCO COME SI DIVENTA APICOLTORE

Il desiderio di fare un lavoro libero e a contatto con la natura, la soddisfazione di produrre un cibo sano e genuino, l’ottimismo che contrassegna nuovamente il settore: questi i principali motivi che spingono sempre più giovani a desiderare di avvicinarsi al mondo dell’apicoltura, facendo tornare alla ribalta il mestiere dell’apicoltore. Una tendenza che arriva dalla “Settimana del Miele” di Montalcino (10/12 settembre 2010), una delle più importanti rassegne d’Italia del piccolo ma importante settore agricolo.

“Negli ultimi mesi - spiega Hubert Ciacci, presidente della “Settimana del Miele” di Montalcino - abbiamo ricevuto centinaia di richieste di informazioni da giovani di tutta Italia che vorrebbero intraprendere questo mestiere. Ecco perchè abbiamo deciso di mettere a disposizione un “info honey point”, nella “Settimana del Miele”, con esperti apicoltori che offriranno informazioni e consigli a chi voglia intraprendere la professione: sarà possibile osservare un alveare - protetto da pareti in vetro e struttura in plexiglas - e conoscere gli strumenti essenziali per la produzione del miele. In più ci sarà la possibilità di fare visite guidate nelle aziende apistiche del territorio e trasformarsi per un giorno in veri apicoltori, con tanto di tuta e maschera per guardare le api da vicino”.

Ma come si diventa apicoltore? “Meglio cominciare con pochi alveari - consiglia Hubert Ciacci - al massimo 2 o 3, così da imparare poco per volta i segreti del mestiere. I primi tempi inoltre è consigliabile farsi seguire da un apicoltore esperto. Sarebbe importante frequentare un corso di avviamento all’apicoltura tenuto da una delle tante associazioni apistiche presenti in tutte le province italiane. Non dimentichiamo poi la sicurezza: affumicatore, tuta, maschera e guanti sono componenti indispensabili dell’attrezzatura. Per quanto riguarda i costi, un alveare completo, ovvero arnia più sciame, costa 180 euro. Poi vanno aggiunti altri 400 euro per l’attrezzatura. Insomma, l’apicoltura è un’attività che non richiede investimenti elevati e può rappresentare una fonte di reddito sia per chi voglia farne la propria attività principale, sia per chi desideri intraprenderla come hobby”.

Ma chi sono gli apicoltori italiani? Questo il loro identikit: hanno una cultura medio-alta (il 60% è diplomato, il 20% possiede una laurea), sono abbonati a pubblicazioni specialistiche, frequentano regolarmente corsi di specializzazione e convegni di aggiornamento, sono tra i pochi che vivono una relazione quotidiana con insetti e fioriture e che traducono il generico interesse per la natura in una attività essenziale per il perpetuarsi degli equilibri vitali.

Intanto aumentano nel nostro Paese i consumatori attenti alla scelta del miele che mettono in tavola: privilegiano produzioni di nicchia e naturali, prediligono il biologico, scelgono mieli monoflorali. In Italia si consumano mediamente ogni anno 600 grammi di miele a testa - in linea con la media europea - ma il vero appassionato ne mangia molto di più. Gli honey lovers non usano, infatti, il miele solo come dolcificante per il latte, il tè e il caffè, o tradizionalmente spalmato sul pane per una salutare colazione o merenda, ma anche come “cibo” nell’elaborazione di ricette in cucina e come partner ideale in ricercati abbinamenti con i formaggi.

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