Un certificato vaccinale europeo per tornare a viaggiare e di conseguenza salvare le vacanze estive, e con esse il grande indotto, anche per il wine & food, in Italia ed in Europa. L’idea sta trovando consensi nell’Unione Europea e molti spettatori interessati. Dalle strutture ricettive al mondo della ristorazione, ma anche il settore del vino, il cui consumo, soprattutto per i prodotti a maggior valore aggiunto, è legatissimo a tutto quello che è il mondo del fuori casa e degli eventi. L’estate degli stranieri che decidono di passare le ferie nel Belpaese vale 11,2 miliardi (analisi Coldiretti su dati Bankitalia) per il sistema turistico nazionale tra spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Numeri che fanno capire l’attesa per la presentazione da parte della Commissione europea, il prossimo 17 marzo, della proposta legislativa per un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo.
Coldiretti ha ricordato che la scorsa estate ben 23,3 milioni di viaggiatori stranieri hanno dovuto rinunciare a venire in Italia per effetto delle limitazioni agli spostamenti e per le preoccupazioni sulla diffusione del contagio. Cifre che non possono ovviamente essere compensate dagli italiani, basti pensare che negli oltre 24.000 agriturismi nazionali gli stranieri in alcune regioni, secondo Campagna Amica, rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti. La possibilità di tornare a viaggiare sarebbe un toccasana per più di un comparto, dell’enogastronomia al ricettivo, con la speranza che insieme all’apertura delle frontiere si proceda alla ripartenza delle attività di ristorazione in presenza a pranzo ed a cena.
“Il cibo - commenta la Coldiretti - è infatti diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con un terzo della spesa destinato alla tavola”.
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