Pescatori per un giorno, ma anche per una notte dormendo a bordo. E' questa l'ultima frontiera della pescaturismo, un modo diverso di vivere il mare, di partecipare sempre più da vicino ad una realtà fuori dagli schemi cittadini. Certo, il confort non è di un grande albergo, ma l'emozione è senz'altro unica e lo spirito di adattamento a chi sceglie di fare questa esperienza non manca. Pernottare a bordo dei pescherecci è in effetti, una possibilità che ancora pochi conoscono, mentre ormai non è difficile partecipare ad una battuta di pesca diurna, mangiando naturalmente il pescato. Una difficoltà che nasce soprattutto da una promozione ancora poco sviluppata, ma anche per problemi oggettivi che riguardano soprattutto le imbarcazioni della piccola pesca circa il rilascio di questo tipo di autorizzazioni. Sì perché, per avere ospiti notturni occorre rispettare una precisa norma di legge e farsi rilasciare il via libera.
Quanto all'offerta, secondo i dati di una ricerca condotta da Cirspe-Federcoopesca, il 42% delle imbarcazioni oggi offre la possibilità di fare escursioni notturne, su un campione di 460 unità autorizzate, pari ad un terzo della flotta peschereccia nazionale; un dato che potrebbe essere sottostimato causa di un sistema di gestione delle licenze scarsamente informatizzato.
Quanto ai costi per una full immersion marina, per un giorno a "pensione completa" si può arrivare anche a spendere 100 euro, vitto alloggio e battuta compresa, dove i posti letto vanno da 2 ad un massimo di 10, ma sono casi rarissimi; il tipo di pesca associato a queste escursioni sono in genere reti da posta, sciabica e tremagli.
"Sulla pescaturismo - afferma Augusto Comes, Consigliere nazionale della Federcoopesca-Confcooperative ed esperto di pescaturismo - c'é sicuramente molto interesse da parte di quei turisti stanchi delle solite destinazioni e desiderosi di scoprire le ricchezze dei nostri mari; è un settore giovane, certo, che sta crescendo anche se ancora troppo affidato all'iniziativa personale". Iniziativa appunto, che spesso è ostacolata da una normativa che non facilita, gli interventi per ammodernare le imbarcazioni, indispensabili per fornire un sevizio di qualità.
Per agevolare il decollo di questo settore, Federcoopesca-Confcooperative ha realizzato un progetto pilota, in fase di sperimentazione nella regione Liguria, che porterà a creare dei pacchetti (uscita di pescaturismo, soggiorno a bordo o a terra, ristorazione) da proporre alle agenzie di viaggio.
"In questo momento stiamo finendo la fase di monitoraggio delle imbarcazioni che praticano pescaturismo, delle possibilità di ospitalità a bordo e a terra (case di pescatori, piccoli hotel ...), dei ristoranti che propongono menù a base di pesce, pescato e acquistato dai nostri pescatori", spiega ancora Comes, che punta a presentare ai tour operator una proposta che sia in grado di soddisfare, dalla a alla z, tutte le esigenze del pescaturista. C'é bisogno quindi di un'accoglienza adeguata, che si possa combinare con le esigenze della pesca. Proprio nelle prossime settimane infatti, attraverso il portale di Mare in Italy dovrebbe debuttare il primo network turistico legato al pescaturismo, per il momento circoscritto solamente alla Liguria con proposte e prenotazioni a portata di mouse. Sono i dati ad anticipare il successo che potrà avere questa iniziativa.
Secondo un'indagine del Cirspe-Federcoopesca, infatti il 59% di turisti che ha trascorso una giornata a bordo è stato molto soddisfatto, il 36% abbastanza. Particolarmente apprezzata è l'accoglienza ricevuta, molto gradita dal 71% degli intervistati. Anche per chi ha scelto escursioni notturne il livello di gradimento è buono.
Dalla Flying fish di Ortona, cooperativa aderente alla Federcoopesca che effettua questo tipo di servizio, confermano che "chi coglie l'opportunità di questo tipo di esperienza, generalmente torna a terra soddisfatto. L'importante è avere un po' di spirito di adattamento, tenendo conto che si è in barca e non in albergo".
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