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Tutti contro l’import a dazio zero in Europa dell’olio tunisino. Coldiretti: “agricoltura non può essere sempre merce di scambio”. Agrinsieme: “solidarietà con Tunisia condivisibile, ma così si penalizzano le produzioni mediterranee”

Dopo che, nel 2015, in Italia, sono aumentate del 520% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia, l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017, come previsto dal via libera della Commissione internazionale del Parlamento Europeo, per la Coldiretti è un grande errore, come sottolinea, del resto, la preoccupazione di diversi parlamentari, sia della maggioranza che dell’opposizione. Il nuovo contingente agevolato, sottolinea la Coldiretti, va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” oltre quota 90.000 tonnellate.
“Ancora una volta in Europa il settore agricolo diventa merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui nostri territori - denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - con il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale che si moltiplichino le frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori. Diventa, dunque, ancora più urgente - conclude Moncalvo - arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata”.
La parola sul dossier “olio tunisino”, adesso, passa all’Assemblea plenaria dell’Europarlamento, che dovrà esprimere il proprio parere definitivo sulla proposta della Commissione Europea, che inizialmente riguardava il via libera a 70.000 tonnellate a dazio zero, poi dimezzate in Commissione Agricoltura.
Contro il via libera dell’Unione Europea all’importazione agevolata di 70.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino nei prossimi due anni, anche Agrinsieme, che, “pur condividendo l’obiettivo di solidarietà dell’Europa nei confronti di Paesi terzi in difficoltà socio-economiche tramite azioni commerciali di privilegio”, ricorda come non vada dimenticato “che non si possono sempre penalizzare l’agricoltura e, in particolare, le produzioni mediterranee. Tra l’altro, la continua apertura delle frontiere della Ue e le concessioni non stanno riguardando solamente l’olio di oliva”.
Il rammarico, per il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative, arriva anche dal fatto che non è stato approvato nemmeno l’emendamento della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo dell’11 gennaio, che tentava di attenuare l’impatto negativo delle concessioni dalla Tunisia per il comparto oleicolo. “Se si continuano a considerare come “merce di scambio” i prodotti dell’agricoltura europea e mediterranea - conclude Agrinsieme - si rischiano di vanificare anche la nuove opportunità derivanti dai processi di liberalizzazione commerciale che l’Europa sta portando avanti nell’ultimo periodo”.

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