TUTTI PAZZI PER IL MIELE: NUOVA PASSIONE DEI GOURMET, ORA QUELLO ITALIANO FINISCE ANCHE A QUOTA 8.163 METRI SULL’HIMALAYA. E GIÀ SUI TETTI DI LONDRA, NEW YORK E PARIGI, LE API DIVENTANO PROTAGONISTE DELLA SOLIDARIETÀ CON “APICOLTURA CASENTINESE”

Tutti pazzi per il miele. Non solo è la nuova passione dei gourmet, al punto che aumentano, in tutta Italia, corsi di degustazione e cultura sulle diverse tipologie. Ma uno degli alimenti più antichi del mondo, nella cui oggi l’Italia è leader, fa parlare di se anche per originali iniziative: come quella della Spedizione Alpinistica dei Liguri-Apuani che, nei prossimi mesi, porterà sul Manaslu, vetta di 8.163 metri sull’Himalaya, i nettari della “Strada del Miele” che si snoda tra Liguria e Toscana.
Ma d’altra parte, per il miele e per le api, sentinelle dell’ambiente e fondamentali per la vita umana con il lavoro di impollinazione che svolgono in agricoltura, sono abituate a trovarsi in posti quanto meno insoliti. Basta pensare agli alveari posizionati sui tetti della London Stock Exchange, sede della borsa inglese, a Londra, o sui quelli del Waldorf-Astoria, uno degli hotel più famosi ed esclusivi di New York, o ancora, in rue du Pont Neuf, nel cuore di Parigi, sui tetti della boutique Louis Vuitton, per citare solo i casi più celebri.
Ma il gusto del miele è anche quello della solidarietà, con il progetto, tra gli altri, di “Apicoltura Casentinese”, che fornirà arnie, sciami, attrezzature e formazione per produrre miele biologico (e creare occupazione) alla cooperativa “aManiNude”, che si occupa del reinserimento sociale di ex detenuti ed ex tossico dipendenti.
L’“health check” del settore, in Italia, sarà di scena a Montalcino per la “Settimana del Miele” (6-8 settembre), la più importante mostra-mercato del settore. Ad anticipare la quale è già arrivata una buona notizia: la Commissione Europea manterrà la decisione di limitare, dall’1 dicembre 2013, l’utilizzo di alcuni “pesticidi-killer” che rappresentano un rischio per la vita delle api, nonostante l’annuncio della multinazionale svizzera Syngenta e della tedesca Bayer, di attaccare il provvedimento alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.