Un’idea a suo modo geniale che ha fatto strada e che continua a crescere di partecipazione ed interesse. E’ il progetto delle Cesarine, sempre meno “amatoriale” e con una visione d’impresa che si accentua sempre di più, un processo già iniziato qualche anno fa e che si arricchisce di nuovi capitoli ma che resta comunque fedele al proprio credo iniziale ovvero di “salvaguardare e condividere la conoscenza delle tradizioni locali, delle ricette e dell’ospitalità”.
Un successo inarrestabile, i cui “ingredienti” sono da ricercare nei sapori domestici autentici, quelli che in una ristorazione italiana turistica sempre più standardizzata non si trovano più, e di un’atmosfera casalinga ma curata e sicura che ha trovato il consenso di “ospiti” stranieri ed italiani. Secondo i dati presentati da Cesarine.com, riportati dall’Ansa, la community fondata a Bologna da Egeria Di Nallo nel 2004 come Associazione per la tutela e valorizzazione del patrimonio gastronomico culinario tipico d’Italia, poi rilevata nel 2014 dall’imprenditore Davide Maggi (e, dal 2019, comunità diffusa Slow Food per la salvaguardia della cucina tradizionale italiana), il trend di crescita abbraccia, sia il lato dell’offerta, sia quello della domanda: la “truppa” delle Cesarine conta ben 1.500 cuochi e cuoche “per passione” che lo scorso anno hanno aperto le porte di casa per accogliere a tavola 48.000 ospiti, +65% sul 2022, raddoppiando il fatturato. E con decine di candidature spontanee che arrivano ogni settimana a conferma della qualità del progetto ma anche della passione ritrovata negli ultimi anni dagli italiani per la cucina casalinga. Una crescita anche economica visto che “Cesarine.com opera in un mercato mondiale che vale 130 miliardi, mezzo miliardo in Italia, unicamente digital - ha spiegato l’azienda - e si prepara a portare a termine un piano di acquisizioni a livello europeo che consentiranno a Home Food Società Benefit (la società cui Cesarine.com fa capo), nei progetti per il prossimo triennio, di diventare la prima piattaforma di food experiences a livello internazionale”.
Le Cesarine e i Cesarini, negli ultimi dieci anni, stanno crescendo “in un’ottica di “sharing economy”, così che ognuno di loro diventi “un potenziale microimprenditore a casa propria, per il quale la piattaforma e la Community fungono da facilitatori di contatti con potenziali clienti, senza perdere di vista i propri valori fondanti: amore per la cucina, genuinità, cultura gastronomica locale, scambio, umanità, calore”. Sono gli stranieri il pubblico più affezionato alle Cesarine e quindi americani, canadesi, australiani, tedeschi, nord europei. Le mete più più richieste sono Venezia, Lago di Como, Firenze, la Toscana in generale, e, a seguire, Le Cinque Terre, la Costiera Amalfitana e le altre città d’arte con la Sicilia in crescita. Tanti i progetti portati avanti, come quello con Udi (Unione Donne in Italia, ndr) Bologna nelle carceri per insegnare alle detenute come realizzare la pasta fresca e acquisire nuove competenze professionali.
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