“Una dieta equilibrata come quella dello stile di vita mediterraneo, che include la moderazione in tutti gli aspetti della vita, compreso il consumo di vino, è riconosciuta come un contributo positivo a uno stile di vita sostenibile e sano”. È il cuore della dichiarazione finale sottoscritta dai 30 scienziati che, nei giorni scorsi, si sono riuniti a Toledo per il Congresso Scientifico “Lifestyle, diet, wine & health”. Parole che hanno trovato il pronto appezzamento di Unione italiana vini (Uiv), come ha spiegato il presidente Lamberto Frescobaldi: “guardiamo con estremo interesse alla dichiarazione conclusiva “Lifestyle matters” e alla comunità scientifica che ha discusso ed evidenziato l’importanza del consumo enologico moderato nell’ambito di uno stile di vita equilibrato e sano. Si tratta di una posizione purtroppo non recepita in ambito comunitario, dove tornano ad addensarsi nubi che vogliono il vino fortemente penalizzato nell’ambito dei prossimi programmi di promozione”.
Un primo allarme, rilevato da Uiv (Unione Italiana Vini), è legato a vino e carni rosse, che tornano nel mirino della Commissione europea nel bando relativo alla Promozione orizzontale dei prodotti agricoli europei, per un valore complessivo di oltre 176 milioni di euro. Il testo proposto dalla Dg Agri, al voto degli Stati membri il prossimo 25 ottobre, inserisce tra i criteri di premialità la compatibilità con documenti unionali, come il “Farm to Fork” e soprattutto il “Beating Cancer plan” (Beca), il discusso piano anticancro sottoscritto tra le polemiche 18 mesi fa. Un ritorno al passato - secondo Unione Italiana Vini (Uiv) - perché la proposta di escludere, di fatto, il vino dalle graduatorie era stata approvata 2 anni fa, anche a causa del silenzio-assenso proprio dell’Italia.
Secondo l’Uiv (Unione Italiana Vini), non si può pregiudicare al vino - ossia ad un comparto che fattura 8 miliardi di euro l’anno dall’export - una chance promozionale importante come quella al voto, perciò confida in una netta opposizione dell’Italia, come avvenuto con successo lo scorso anno. Una volta di più sta passando il concetto del vino come prodotto dannoso, a prescindere dalle modalità di consumo, proprio il contrario di quanto stabilito a Toledo.
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