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PIONIERI

Un brindisi a Ezio Rivella, tra i “padri” dell’enologia moderna, con i vini che creato

A Vinitaly 2024, il tributo alle idee e nel calice, al primo enologo-manager italiano, una delle figure più decisive nella storia del vino mondiale

Determinato e sempre aperto al nuovo, è stato il primo enologo-manager italiano, e il primo a valorizzare la comunicazione del vino dalla posizione di tecnico, inventando anche il sistema della consulenza enologica, uno dei “padri” dell’enologia italiana moderna e una delle figure più decisive nella storia del vino in Italia e nel suo successo nei mercati del mondo degli ultimi cinquant’anni. “In memoria di Ezio Rivella” è la degustazione con la quale, ieri, Vinitaly ha ricordato, nell’edizione n. 56 che si chiude oggi a Veronafiere a Verona, il Cavaliere del Lavoro Ezio Rivella, scomparso nel gennaio 2024, con un tributo alle idee e nel calice ad una personalità dopo la quale nulla è stato più come prima, attraverso i vini prodotti nell’azienda di famiglia Belsit nell’astigiano, e, naturalmente, la sua epopea, i Brunello (ma non solo) di Castello Banfi, uno degli investimenti più grandi di tutti i tempi della storia del vino mondiale con la famiglia italo-americana Mariani, che, a partire dagli anni Settanta del Novecento, ha portato alla creazione dal niente di una delle aziende leader di Montalcino e del vino italiano, che ha portato le nostre etichette nei mercati di tutto il mondo e posto le basi per la loro fortuna.
Un percorso, quello dell’enologo Ezio Rivella, a lungo presidente dell’Associazione Enotecnici Italiani e primo italiano alla guida dell’Associazione Mondiale degli Enologi, fondatore del Centro Studi Enologici, e tra gli anni Novanta del secolo scorso e i primi anni Duemila, presidente del Comitato Nazionale Vini Doc del Ministero dell’Agricoltura, vicepresidente dell’Office International de la Vigne e du Vin di Parigi e alla guida dell’Unione Vini-Confederazione Italiana della Vite e del Vino, raccontato da “DoctorWine” Daniele Cernilli, che ha guidato la degustazione, sottolineando anche “la curiosità che lo vide coinvolto anche in progetto del tutto innovativo come quello del “nano ghiacciato” della Sanpellegrino”, nel pieno degli anni Ottanta del secolo scorso”. A ricordare l’enologo piemontese, Gianpiero Scavino, che nel 2019 ha rilevato l’azienda Belsit, il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella, il direttore generale di Banfi Enrico Viglierchio e il presidente di Banfi Rodolfo Maralli.
Ma veniamo ai vini ed agli assaggi dello staff di WineNews, ricordando le tante degustazioni ed i confronti vis-à-vis che abbiamo fatto con lo stesso Rivella. Prodotta nell’azienda astigiana di famiglia, la Barbera d’Asti Superiore Sichirej 2001 possiede profilo aromatico fragrante che sa di liquirizia e piccoli frutti rossi, con tocchi agrumati ed affumicati a rifinitura. Dolce e saporita nella sua progressione, si congeda con un bel lampo acido. La Sichirej 2003 ben interpreta un’annata molto calda, restituendo un naso ricco di frutto e dai rimandi speziati continui, ad introdurre un sorso caldo e compatto, dal finale dove il tannino marca la sua vitalità. Giovane negli aromi di lampone e vaniglia la Barbera d’Asti Superiore Sichirej 2015, l’ultima prodotta da Ezio Rivella, che in bocca gioca su un bel contrasto tra dolcezza e acidità.
Dalla “seconda patria” di Rivella e da Castello Banfi, arriva il Brunello di Montalcino 1985, evoluto, ma non ancora spento nei suoi aromi terrosi, balsamici dai lampi di agrumi canditi, che introducono ad una progressione gustativa che gioca la classica partita del Sangiovese di Montalcino sul contrasto dolce-acido. Frutti scuri, china e tabacco segnano i profumi del Brunello di Montalcino Poggio all'Oro Riserva 1990, un vino concentrato e potente, dallo sviluppo compatto, che chiude su lampi acidi e rimandi fruttati. Infine il Summus 1997, il primo vino a Igt prodotto a Montalcino ed ottenuto da un blend a base di Sangiovese e Syrah. I profumi rimandano alla polvere di caffè e alla torrefazione con un successivo apporto fruttato intenso e rigoglioso. In bocca, il vino è morbido e avvolgente con qualche lieve cenno evoluto sul finale.

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