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UN’ESPERIENZA CROSS-MEDIALE, TRA LE FOTOGRAFIE DI HENRY HARGRAVES E LE ESTEMPORANEE CULINARIE DI PIETRO LEEMANN, ANDY LUOTTO E PIERCHRISTIAN ZANOTTO: SUL PALCO, IL 6 SETTEMBRE A VENEZIA, LA PIÈCE GASTRONOMICA “NO SECONDS, COMFORT FOOD E FOTOGRAFIA”

Un’esperienza cross-mediale, che prende le mosse dalla serie fotografica “No Seconds”, dedicata all’ultimo pasto di alcuni condannati a morte americani immortalati dall’obiettivo del fotografo neozelandese ma newyorkese d’adozione Henry Hargreaves, e la porta, grazie al lavoro di Mauro Zardetto, ideatore e regista dell’evento, attraverso un percorso di contaminazione fra arti visive ed enogastronomia di qualità, costruendo una partitura e un cast per un evento unico, dove la location, il Museo della Follia all’Isola di San Servolo, sede del vecchio manicomio maschile veneziano, è il perfetto teatro per una pièce gastronomica autoriale che andrà in scena il 6 settembre (la mostra, invece, rimarrà all’Isola di San Servolo fino al 24 novembre). Pietro Leemann, chef svizzero e titolare del ristorante vegetariano Joia di Milano, che da anni si occupa dell’intima relazione esistente tra cibo, psiche e spirito, Andy Luotto, cuoco e attore geniale e istrionico interprete della cucina popolare e Pierchristian Zanotto, giovane e brillante esponente del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana, patrocinatore del primo sviluppo del format “No Seconds, Comfort Food e Fotografia”, sono i protagonisti, assieme al fotografo americano, dell’evento che rivoluziona il concetto stesso di vernissage. Attraverso gli occhi, i gesti, le parole e le preparazioni degli chef che renderanno unico il percorso visivo creato da Henry Hargreaves, si completerà così un unicum emozionale, tutto dedicato all’ancestrale capacità evocativa del cibo.
“Quando mi è stata presentata la mostra No Seconds - spiega Pietro Leemann - ho subito pensato che l’argomento fosse molto delicato e difficile, trattando della morte, tema che solitamente è alquanto distante dal mio lavoro, e trattando soprattutto della relazione del cibo con le persone condannate a morte. La mia paura era che si strumentalizzasse un argomento così delicato e di grande impatto emotivo per tutti. Parlando con Mauro mi sono però reso conto della profonda sensibilità con cui s’intendeva affrontarlo. Ho perciò iniziato a riflettere su quale poteva essere il mio contributo al progetto ed ho capito che dovevo interpretare questo tema raccontando la mia visione della morte anche in virtù del mio percorso di vita. La mia partecipazione all’evento, sia attraverso il filmato visibile sul web che durante il vernissage, offrirà il mio vissuto ed il mio personale punto di vista sul tema attraverso un percorso introspettivo che intende raccontare il mio pensiero, senza mai dare giudizi”.
“L’evento di Venezia mi ha conquistato subito perché decisamente diverso dalle tante manifestazioni legate al cibo. La cosa che trovo fantastica è che si propone di raccontare il cibo come valore culturale - racconta Andy Luotto - e per farlo si è scelta una location magica ed evocativa come il Museo della Follia di Venezia. In questo contesto finalmente al cibo verrà data l’importanza che merita attraverso la fotografia, l’arte e la cultura. La nostra partecipazione passerà in secondo piano, ed è ciò che il cibo merita. Ma No Seconds offre anche dei silenzi che fanno pensare ed è questo ciò che mi affascina, perché dover raccontare con il mio lavoro un’emozione mi fa sentire un artista. Inoltre il tema che No Seconds affronta è sicuramente importante e, per la mia esperienza personale, è proprio questo il tipo di emozione che ci permette di crescere interiormente”.
Lungo il percorso di No Seconds, Comfort Food e Fotografia ci sarà infine Pierchristian Zanotto, giovane interprete della cucina trevigiana sempre più vicino alle dinamiche culturali di una nuova, eppure antichissima, concezione Uomo-Natura “L’idea di affiancare in punta di piedi due grandi maestri della Cucina Italiana mi elettrizza. Soprattutto per il fatto che da sempre la mia ricerca professionale ed umana persegue le logiche esistenti fra Arte e Grande Cucina, ora sempre più anche come spunto di riflessione spirituale ... per cui trovo in questo progetto un nuovo slancio creativo. Sarò felicissimo di affiancare Andy Luotto e soprattutto Pietro Leemann, mio maestro ed esempio concreto di Pensiero applicato all’arte culinaria”.
La serie No Seconds, divenuta ormai famosissima sul web, ma mai esposta con stampe FineArts di grandi dimensioni, è preceduta da una sequenza di altre immagini tutte testimonianti il geniale lavoro dell’artista nell’analizzare il rapporto fra uomo, cibo e cultura di massa. Un suggestivo percorso per immagini che la curatrice Chiara Casarin ha saputo tracciare con grande energia “Henry Hargreaves fotografa piatti e composizioni gastronomiche per indagare temi personali e sociali molto densi. Questo percorso espositivo ritrae un viaggio emotivo attraverso tre simboliche tappe: dalla divertente, tecnologica e vorace quotidianità - espressa con opere appartenenti alle serie Rainbow e Deep Fried Gadgets - si passa attraverso il coinvolgimento delle insicurezze colmate con apparenti “capricci”, eccentriche richieste gastronomiche delle pop star nell’attimo, prima di lanciarsi sul palco, in cui muore l’uomo e nasce l’idolo - rappresentate qui dai lavori per Band Riders- per giungere infine a una più profonda sensibilità spirituale che è consapevolezza e memoria allo stesso tempo - a cui si rivolgono invece le opere della serie No Seconds, gli ultimi desiderata, i pasti che precedono la pena capitale. Questo viaggio tra arte, cibo ed emozioni ha voluto come guida tre grandi chef, esponenti di pensieri e pratiche diversi e si chiude con il coinvolgimento del grande pubblico mediante un movie contest in cui tutti possono raccontare il ruolo determinate di una pietanza al posto di un’altra nella propria vita e nella propria memoria”.

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