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UNIONE EUROPEA

Un eurodeputato irlandese si schiera a fianco dell’Italia contro l’alert sulle etichette del vino

Mick Wallace, eletto per la Sinistra, tuona contro il suo Governo, che punta il dito sull’alcol, ma non bibite gassate, carne e surgelati
Alert, ETICHETTE, IRLANDA, Mick Wallace, Parlamento Europeo, Mondo
L’eurodeputato irlandese Mick Wallace 

C’è un nuovo, insolito alleato a fianco dell’Italia e degli altri Paesi produttori nella battaglia contro l’alert sulle bottiglie di vino: Mick Wallace è un eurodeputato del Gruppo della Sinistra che non è d’accordo con il suo Governo, accusandolo di voler allarmare sulla presunta pericolosità del vino, ma non su altri prodotti - potenzialmente altrettanto pericolosi per la salute - come bevande gassate, carne, cibi surgelati e processati. Inoltre, in Irlanda - dove in effetti ci sono molte persone che abusano di alcol, spiega Wallace - non si investe sulla prevenzione, tra i ragazzi e nelle scuole, magari promuovendo lo sport.
Intervistato dall’Agenzia Giornalistica Italia (Agi), Wallace spiega di amare molto l’Italia (ha una sorella che vive a Torino) e soprattutto il nostro vino, che acquista da piccoli produttori per la sua enoteca di Dublino, oltre a produrlo egli stesso, ma solo per berlo a casa. La sua posizione è netta: “l’etichetta l’accetto solo se la mettono su tutti i prodotti perché, in base allo stesso principio, potenzialmente è tutto dannoso. Altrimenti non c’è parità di condizioni. É una proposta popolare tra i media, in linea con i tempi del “politically correct”,  una mossa facile per il Governo perché nessuno farebbe mai opposizione in un Paese dove è vero che ci sono troppe persone che muoiono di cancro e troppe persone che abusano di alcol - ammette Wallace - Dunque, mettere un’etichetta sulle bottiglie, così come avviene per le sigarette, non è di per sé una pazzia. Ma allo stesso tempo manca equilibrio, perchè noi abbiamo diversi problemi. Prendete le bibite gassate, sono dannose e terribili per la salute. Perchè non le si mette al bando? Consideriamo il cibo: consumiamo sempre più cibo surgelato, cibo confezionato, non c’é educazione sul consumo di cibo, non c’è formazione nelle scuole sui dolciumi o sull’uso di verdura fresca. E poi la carne. Mangiamo sempre più carne e anche la carne è legata al cancro. Metteranno l’etichetta sulla confezione di carne che dice che può provocare il cancro? No che non lo faranno, perché la lobby della carne é forte. Mentre non c’é una lobby del vino in Irlanda, perché non lo produciamo, lo importiamo”, spiega il politico. 
“Siamo seri e chiari sulla salute delle persone. In Irlanda abbiamo una popolazione di 5 milioni di abitanti, ma lo Stato irlandese paga oltre 3,5 miliardi all’anno per i problemi dell’abuso di alcol. Allo stesso tempo, però, non educhiamo i ragazzi nelle scuole all’abuso di alcol. E non sosteniamo abbastanza lo sport. Lo sport è uno strumento brillante contro l’abuso di alcol, ma noi stanziamo meno di 100 milioni all’anno. L’Irlanda è il penultimo Paese nell’Unione Europea per finanziamenti pro-capite alle attrezzature sportive e alla promozione dello sport. Dunque, paghiamo per l’abuso di alcol 3,5 miliardi, ma non possiamo dare 100 milioni per la promozione dello sport nel Paese? É pazzia”, prosegue. 
“Oppure consideriamo l’obesità, costa 1 miliardo all’anno allo Stato irlandese, e anche contro l’obesità sarebbe importante lo sport. Ma ci si rifiuta di investire nello sport”, sottolinea. “Le persone che bevono troppo vino rappresentano un problema, non fa bene bere troppo, anche se un uso moderato dell’alcol con il cibo, penso sia benefico per la salute. Ma il Governo ha ragione a dire che l’abuso di alcol è un grande problema. Ma cosa pensate che succeda se diciamo ai produttori in Italia che bisogna apporre una etichetta speciale per quel vino che va in Irlanda, un’etichetta che dica che il vino ha un impatto sulla salute? Succederà che i piccoli produttori non lo faranno e lo faranno solo i grandi  - prosegue Wallace - Al momento é già abbastanza grave che il 95% del vino che arriva in Irlanda non sia buono. Quello buono viene prodotto dai piccoli produttori e saranno i piccoli produttori i più colpiti da una misura simile, non i grandi. Mentre sono proprio i piccoli produttori che dovremmo aiutare e sostenere” conclude. 

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