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LA NOVITÀ

Un modello scientifico per misurare il colore del Franciacorta Rosé e raccontarlo sui mercati

I livelli di rosso, giallo, intensità, sfumature e luminosità per cogliere le peculiarità di un’annata. E, in futuro, la relazione tra colore e sapori

Sembra un piccolo passo, poco più di un tecnicismo, eppure il nuovo metodo di misurazione delle varietà cromatiche del Franciacorta Rosé potrebbe aprire ad opportunità assolutamente interessanti, per una tipologia in crescita costante sul mercato interno ed internazionale, che nel 2022 valeva il 10% delle vendite complessive, pari a 2 milioni di bottiglie, del metodo classico lombardo, quota che nei primi otto mesi del 2023 è già cresciuta al 12,2%, grazie al traino dei millesimati e del mercato del Giappone, che ha segnato una crescita del 50%. 

La novità introdotta dalla modifica del disciplinare del Franciacorta, come detto, riguarda la misurazione del colore, che, d’ora in poi, potrà avvenire tramite un metodo scientifico, e non più solo basandosi sull’occhio umano. Grazie al contributo del mondo accademico, ed in particolare di Cie (Comitati Intersettoriali di Ottica) ed Oiv (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino), che hanno spolverato la colorimetria tristimolo, è stato realizzato un modello scientifico di misurazioni basato su una scala semplice e intuitiva, che esprime il colore come la risultante dei livelli di rosso (a*) e giallo (b*), intensità (C), sfumature (H) e luminosità (L). Una misurazione puntuale ed accurata, di cui beneficeranno staff tecnici, uffici commerciali, grafici e reparti di comunicazione e marketing, rendendo ora possibile una valutazione delle tonalità e delle peculiarità delle diverse annate e magari, un giorno, riuscendo a trovare anche una correlazione tra colore e sapori. 

Una novità voluta dal Consorzio Franciacorta, guidato dal presidente Silvano Brescianini (che ha raccontato la novità a WineNews, qui: https://winenews.it/it/il-colore-da-disciplinare-valutato-in-maniera-analitica-e-non-solo-tante-novita-in-franciacorta_507723/), che si inserisce in un percorso pionieristico iniziato già dal 1995, quando è stata conferita al Franciacorta la Docg, prima dedicata esclusivamente al metodo classico, senza dimenticare l’introduzione della riserva vendemmiale nel2008, che consentiva una maggiore produzione in annate particolarmente favorevoli, e l’introduzione nel disciplinare della modalità di pressatura delle uve, nel 2011. L’innovazione, però, non può prescindere dalla sostenibilità, e in quest’ottica è ancora più significativo il progetto F.A.Re.Su.BIO,che ha coinvolto diversi atenei e una ventina di aziende sul territorio lombardo sotto la direzione del Consorzio Franciacorta, con il fine di raccogliere importanti dati sulla composizione chimico-fisica e biologica dei suoli e della biodiversità, mettendoli in relazione con le scelte gestionali, rendendole più performanti e sostenibili.

Siamo orgogliosi di essere tra le denominazioni più innovative, introducendo un metodo per primi in Italia, come accaduto nel 2008 con la Riserva Vendemmiale”, ha spiegato Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta. “Siamo consapevoli che il mondo stia cambiando e non possiamo stare a guardare, ma dobbiamo essere al passo con i tempi, portando avanti di pari passo i concetti di innovazione e sostenibilità. L’uno non può prescindere dall’altro. E lo dobbiamo non solo al consumatore finale, ma anche al territorio che ci circonda, che ci permette di ottenere e lavorare un prodotto di altissima qualità riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Anche in questo caso la nostra innovazione sarà a beneficio di tutto il settore”. 

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