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ESEMPIO

Un ristorante e un bar tra le storie di impegno civile meritevoli dell’Onorificenza al Merito

Il “Numero Zero” di Perugia, il “Senza nome” di Bologna e l’agricoltore Enrico Parisi premiati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Sono 36 le Onorificenze al Merito della Repubblica riconosciute dal Presidente Sergio Mattarella, a 21 donne e 15 uomini, che hanno speso le loro vite per la solidarietà, il volontariato, l’inclusione sociale, la cooperazione internazionale, la promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute. Veri e propri esempi di impegno civile, dedizione al bene comune e testimonianza dei valori repubblicani. Che passano anche per i tavoli di un ristorante, per il bancone di un bar e per gli ulivi di un’azienda agricola, lambendo il grande tema dell’abuso di alcolici. Quattro sono le storie che, in un modo o nell’altro, riguardano il nostro mondo, tra quelle premiate dal Presidente della Repubblica.
La prima è quella di Vittoria Ferdinandi, la direttrice del ristorante “Numero Zero” di Perugia, che, tra cucina e sala, impiega un gruppo di ragazzi e ragazze - pari al 50% del personale - che soffre di disturbi mentali. Poi ci sono Sara Longhi e Alfonso Marrazzo, entrambi non udenti, che hanno dato vita al “Senza nome” Caffè, un bar pensato per far interagire i sordi, dietro al bancone, con gli udenti, ossia i clienti. Tra i premiati c’è, quindi, Enrico Parisi, che, in Calabria, nell’azienda di famiglia, ha lanciato “più che olio coltiviamo cultura”: una sezione che, nell’ambito della responsabilità di impresa, mira alla realizzazione di progetti di sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Infine, Angela Buanne, “per il suo contributo alla causa della sensibilizzazione presso i giovani sul tema della sicurezza stradale e del contrasto all’alcolismo e alle stragi del sabato sera”. È la madre di Livia Barbato, morta a causa di un incidente stradale, causato dal fidanzato, ubriaco alla guida.

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