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UNA NUOVA TASSA SUL BEVERAGE, MA QUESTA VOLTA ANALCOLICO: SECONDO UNO STUDIO AMERICANO TASSARE LE BIBITE CON LE BOLLICINE POTREBBE EVITARE 400.000 CASI DI PATOLOGIE CRONICHE L’ANNO. ASSOBIBE (PRODUTTORI ANALCOLICI): “RISPOSTA INADEGUATA AL PROBLEMA”

“La tassazione di singoli alimenti è una risposta inadeguata per contrastare patologie multifattoriali”: ad affermarlo è l’Associazione dei produttori italiani di bevande analcoliche (Assobibe), in risposta ad uno studio di un gruppo di ricercatori americani che ha previsto come un’ipotetica tassa sulle bibite con le bollicine potrebbe evitare quasi 400.000 casi di patologie croniche l’anno, tra cui malattie cardiache, ictus e diabete. Le tasse sul beverage, fanno così ancora parlare di sè, ma, questa volta, l’ipotesi riguarderebbe le bevande analcoliche. In particolare, “ci preme evidenziare - spiega Aurelio Ceresoli, presidente Assobibe - che l’ipotesi riguardante introduzione di una tassa per le bevande analcoliche appare ingiustificata, perché individua nelle bevande analcoliche la causa dell’obesità. Mentre, come dimostrato, è multifattoriale, inutile in termini di salute pubblica - precisa Ceresoli - e ingiusta. Perchè si applicherebbe un principio di discriminazione vista la dimostrata inesistenza di cibi e bevande “cattivi” a prescindere dall’utilizzo che se ne fa nella dieta quotidiana”.

Secondo Assobibe, “suscitano perplessità le affermazioni contenute nello studio così nette sugli effetti di misure fiscali come la tassa sulle bevande zuccherate sulla salute. Soprattutto in considerazione del fatto - aggiunge l’associazione di produttori - che differenti studi riportano tesi opposte dimostrando come simili approcci non abbiano finora fatto la differenza. E abbiano determinato un impatto sostanzialmente nullo sulle malattie legate all’obesità o altre patologie. Lo studio americano - prosegue Assobibe - si riferisce peraltro a una realtà di consumo ben diversa da quella italiana. Va infatti sottolineato che i livelli di consumo, in Italia, sono tra i più bassi dell’Unione Europea (62 litri/annui per persona contro i 95 di media) e stabili negli ultimi anni. Inoltre - sottolinea Assobibe - va ricordato che il contributo di calorie assunto attraverso i soft drink è percentualmente molto basso e pari a circa il 2-3% all’apporto calorico medio quotidiano”.

Un recente articolo poi, aggiunge Assobibe, pubblicato su “Economics & Human Biology” evidenzia come un crescente numero di studi abbia esaminato gli effetti di tasse sugli alimenti, ben pochi ne abbiano riscontrato risultati in termini di perdita di peso. “L’applicazione di una tassazione aggiuntiva per le bevande analcoliche contenenti zuccheri - conclude Ceresoli - sarebbe inoltre un provvedimento di assoluta inadeguatezza in termini di salute pubblica e inefficace nella lotta all’obesità. Riteniamo invece che l’unica strada per combattere la crescente diffusione dell’obesità passi dall’educazione e dalla diffusione di concetti base legati a comportamenti come: la moderazione, il corretto stile alimentare e il consumo equilibrato”.

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