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Una ricerca di Unite, tra Regno Unito e Irlanda, evidenzia come il lavoro di chef non sia come si vede in televisione: il 44% dei cuochi intervistati dichiara di lavorare 48 - 60 ore a settimana, e il 29% di fare uso di alcolici per tirare avanti

Il mondo gastronomico fa ormai parte dello show business, i cuochi sono diventate delle star della televisione e sempre più giovani aspirano a fare carriera come chef, magari stellato, di qualche esclusivo ristorante. Ma il mondo della ristorazione non è tutto lustrini come sembra: secondo una ricerca effettuata da Unite tra Regno Unito e Irlanda, gli chef si stanno ammalando a causa del loro lavoro. Per raggiungere gli obiettivi bisogna lavorare duro, ma pare che in questo caso si esageri. Un terzo degli chef intervistati ritengono che i loro orari di lavoro abbiano un impatto negativo sulla salute; inoltre dei 269 chef coinvolti nella ricerca, il 44% lavora da 48 a 60 ore a settimana, il 14% addirittura supera le 60 ore. Il 69% ritiene che questi ritmi danneggi la propria salute psicofisica, mentre il 79% dice di aver avuto incidenti - piccoli o grandi - sul lavoro a causa della stanchezza. E, cosa ancora più grave, il 51% ha sofferto di depressione per il carico eccessivo di lavoro. Come se non bastasse, il 29% ammette di fare uso di alcolici per tirare avanti, mentre il 56% prende antidolorifici o stimolanti. Insomma, non è tutto oro quello che luccica: in cucina si lavora troppo.

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