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UNA “SHORT LIST” PER FACILITARE, CON ACCORDI BILATERALI TRA PAESI, LA PROTEZIONE DI QUELLE POCHE DOP E IGP ITALIANE (IL 5% SULLE OLTRE 250) CHE REALIZZANO PARTI SIGNIFICATIVE DEL FATTURATO FUORI DALL’UE: L’IDEA RILANCIATA DA NOMISMA

Non Solo Vino
Una short list per proteggere le Dop e Igp italiane

Una “short list” per facilitare, con accordi bilaterali tra Paesi, la protezione di quelle poche Dop e Igp italiane, poco più di una decina sulle oltre 250, che realizzano oltre il 5% del proprio fatturato con esportazioni fuori dall’Unione Europea (che rappresenta, in totale, il 33% delle esportazioni italiani), invece che il lungo elenco dei prodotti praticamente impossibile da far passare in blocco in sede Wto. Una proposta non nuova, ma mai attuata, e rilanciata ora da Nomisma, che ha tracciato un bilancio, di oltre un decennio di Politica Agricola Comunitaria. 12 anni in cui, a livello Ue, si è passati da poco più di 600 prodotti Dop e Igp ad oltre 1.100, arrivando a generare un fatturato, in Europa, sui 16 miliardi di euro. Con il Belpaese è indiscusso leader: oggi, per Nomisma, le 250 Denominazioni e Indicazioni geografiche italiane
esprimono un valore alla produzione di circa 6,5 miliardi, sui di euro contro i 3,8 miliardi di inizio secolo, per un export di 1,9 miliardi nel 2012, sui 950 milioni del 2000.

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