Una realtà che abbraccia quasi 330.000 imprese, dalle grandi città ai piccoli borghi, per una grande diversificazione di format commerciali, dai bar ai ristoranti, dalle pizzerie alle gelaterie, dalle pasticcerie alle aziende di ristorazione collettiva (e non solo). Ed ancora, 1,5 milioni di occupati, un valore aggiunto del settore a 59,3 miliardi di euro, e un “universo” che ospita i 96,4 miliardi di consumi nel “fuori casa”. Dati che mostrano l’importanza della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi che ha compiuto 80 anni. Era, infatti, il 16 giugno del 1945 quando in un’Italia segnata dalla guerra, ma determinata a ricostruire la propria democrazia e il proprio tessuto sociale, veniva fondata la Federazione. Il primo presidente fu Bruno Decker di Napoli, affiancato dai vicepresidenti Vittorio Mazzoni di Firenze e Giovanni Palombini di Roma. Esercenti di bar, ristoranti, caffè, trattorie e pasticcerie di tutta Italia, si riconobbero allora come una comunità di scopo e professione.
In questi 80 anni la storia della ristorazione, del turismo e dell’intrattenimento, e quindi la storia dei Pubblici Esercizi, si è intrecciata con quella dell’Italia, cambiando ed evolvendo stili di vita e modelli di consumo. Lo sviluppo delle infrastrutture, a partire dalla costruzione dell’Autostrada del Sole, accelerando e democratizzando gli spostamenti di merci e persone, dà inizio al movimento turistico e vede nascere le “aree di servizio” e la ristorazione commerciale. Negli anni del boom economico la villeggiatura si trasforma in turismo e gli stabilimenti balneari, parte integrante della rappresentanza Fipe, diventano luoghi iconici delle estati italiane. Nello stesso periodo, per i lavoratori impiegati nella crescita dell’industria, si rendono utili e necessarie le mense aziendali, che trasformano il pasto in un diritto e il suo luogo di consumo condiviso in uno spazio di dignità sociale. Nel frattempo, l’intrattenimento, serale e notturno, apre nuovi orizzonti al tempo libero degli italiani: discoteche, locali serali, sale da ballo e night-club sono stati il palco delle storie di vita di uomini e donne di ogni luogo ed estrazione. I Pubblici Esercizi italiani sono stati dunque protagonisti del divenire dell’Italia: intorno ai bar si sono stretti legami umani, si sono animate le città, si è consolidata l’identità delle comunità, si sono coltivate passioni, relazioni, valori e si è cresciuti anche culturalmente. Nei ristoranti si sono celebrate le feste e le occasioni che hanno scandito la storia di ogni famiglia italiana.
“Fipe è nata nel 1945 - ha ricordato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio - per dare una comunità e una voce unitaria a un comparto imprenditoriale che, oggi come allora, è parte integrante della vita quotidiana degli italiani. In questi 80 anni, la rappresentanza sindacale è stata la nostra missione principale, raccogliendo esigenze, aspettative e i bisogni delle imprese e trasferendoli alle istituzioni, ma anche accompagnando queste stesse imprese nella loro crescita e nella loro piena espressione sociale e culturale. Abbiamo accompagnato il settore nei passaggi cruciali della storia italiana offrendo ascolto, orientamento, strumenti operativi concreti per garantirne non solo la sopravvivenza, ma sempre anche la qualità. I Pubblici Esercizi non sono, infatti, solo attività economiche: sono luoghi di identità singolare e collettiva. Nei bar, nei ristoranti, nei locali, negli stabilimenti balneari si è svolta la storia materiale del Paese e grazie anche ai Pubblici Esercizi esiste oggi quel “Sense of Italy”, quel “brand Italia” che si concretizza nello stile di vita italiano, che il mondo chiede e desidera. Il nostro obiettivo è continuare ad essere il punto di riferimento del settore, interpretando la responsabilità di ricordare con orgoglio il nostro passato senza smettere di guardare al futuro”.
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