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UNIONE EUROPEA: BENE FISCHER BOEL SU LOTTA AI FALSI “DOC” NEL WTO: COSI' IL PRESIDENTE DI COLDIRETTI, BEDONI

“L’impegno del Commissario Europeo all’agricoltura Mariann Fischer Boel a difendere nell’ambito delle trattative sul commercio mondiale (Wto) i vini e i cibi a denominazione di origine dalle contraffazioni e dall’agropirateria è importante per rilanciare le esportazioni nazionali sul mercato globale dove si stima che sia falso un piatto italiano su tre e il fatturato dei prodotti made in Italy taroccati raggiunge gli oltre 50 miliardi di Euro”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti e vicepresidente del Copa (Comitato degli imprenditori agricoli europei) Paolo Bedoni nel suo incontro a Bruxelles con il Commissario Europeo all'Agricoltura al quale ha sottolineato l’importanza della tutela delle denominazioni per garantire la trasparenza degli scambi e una concorrenza leale tra Paesi. Nell’ambito delle trattative del Wto il Commissario ha assicurato la volontà di rimanere nel mandato negoziale fino alla “ministeriale” di luglio, a garantire il parallelismo nel negoziato tra agricoltura e altri settori e a difendere dalle imitazioni i prodotti a denominazione di origine.
Il raggiungimento di un accordo su questo tema rientra tra gli interessi nazionali prioritari nel negoziato perchè per l'Italia significherebbe - ha sostenuto Bedoni - la possibilità di recuperare spazi di mercato con lo stop alla "pirateria agroalimentare" che nel mondo continua ad utilizzare impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale.
Contro i pirati del cibo che falsificano l'identità territoriale degli alimenti sul mercato globale ostacolando il commercio leale, l'Unione Europea - ha precisato il presidente della Coldiretti - deve ricercare un'alleanza anche con i paesi in via di sviluppo (PVS) per spingere il Consiglio del Wto a prendere misure appropriate entro il 31 luglio 2006, come previsto dalla VI Conferenza Ministeriale che si è chiusa ad Hong Kong. Entro questa data il Consiglio del Wto deve infatti esprimersi sulla possibilità di estendere la protezione delle indicazioni geografiche oltre che ai vini e agli alcolici anche ad altri prodotti, come formaggi e salumi, ma anche caffè, cacao o altro.
L’Italia deve difendere il primato nelle produzioni di qualità conquistato in Europa dove può contare su 155 denominazioni di origine riconosciute nel registro comunitario che rappresentano oltre il 20 per cento del totale di oltre 710.
E per L’Italia - rileva la Coldiretti - sono Parmigiano Reggiano e il Grana Padano i due prodotti tipici più imitati nel mondo che diventano Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il sudamerica o Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone ma anche "Grana Pardano", "Grana Padana" o "Grana Padona", solo per citare le più colorite e smaccate spuntate negli Stati Uniti. Ma molti altri sono i casi di "agropirateria" come il Provolone, l'Asiago e la Mortadella Bologna made in USA, la Robiola, il Gorgonzola e il Caciocavallo prodotti in Canada, il Salame Milano del Cile e il Salame Cacciatori del Sud Africa. Tra le 155 denominazioni italiane protette, di cui 105 Dop e 50 Igp la categoria più “ricca” di riconoscimenti è rappresentata - continua la Coldiretti - dagli ortofrutticoli (47), seguita dagli oli d’oliva (37), dai formaggi (32), dai prodotti a base di carne (28), dai prodotti della panetteria (3), dalle spezie o essenze (3), dagli aceti (2), dalle carni e frattaglie fresche (2) e dai mieli (1).
Ma l'Italia - conclude la Coldiretti - è anche il secondo Paese produttore di vino in Europa e può contare su un patrimonio di oltre 476 vini Docg, Doc e Igt, che rappresentano il 60% della produzione nazionale di vino che genera un fatturato complessivo di circa 8 miliardi di Euro e un valore delle esportazioni superiore ai 3 miliardi di Euro, la principale voce dell'export agroalimentare nazionale.

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